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Tag: gengiva

Perchè si forma il tartaro?

Come avviene la formazione del tartaro? Quando non viene effettuata una corretta e frequente igiene orale, i batteri presenti nella bocca, insieme ad altre sostanze presenti nei cibi come zuccheri, carboidrati e proteine, formano la placca batterica, una sottile pellicola che ricopre i denti all’altezza della gengiva.

Ne garantisce la rimozione completa l’intervento del dentista o dell’igienista dentale con strumenti appositamente manovrati, in un processo chiamato detartrasi o ablazione tartaro. 

Il tartaro ha un colorito giallognolo, ma raramente può subire variazioni di colore dal bianco al grigio scuro. Ciò dipende dalle sostanze con le quali viene a contatto. Ad esempio il fumo di sigaretta tende a scurirlo.

Ci sono due tipologie di tartaro:

  • Il tartaro che si trova sulla parte esterna dei denti: si forma in breve tempo, presentandosi sotto forma di piccole incrostazioni bianche o giallognole sul dente.
  • Il tartaro che si trova sotto la gengiva, all’interno delle tasche parodontali, è di colore rossiccio per via di piccole emorragie gengivali.

Quest’ultimo tipo di deposito di tartaro non è visibile nell’immediato, ma è molto pericoloso perché spesso è l’origine di malattie come la parodontite . Questi depositi di batteri, infatti, possono essere tossici per i tessuti molli.

Il tartaro sottogengivale spesso provoca alitosi.

Il formarsi di carie inoltre, è legato alla presenza di tartaro e batteri in bocca.

COME SI FORMA IL TARTARO NEI DENTI?

Dopo i pasti i residui di cibo che rimangono in bocca sono attaccati da alcuni batteri che formano sulla superficie dei denti una patina incolore, detta anche placca batterica . Placca e tartaro sono strettamente correlati: se la prima non viene rimossa attraverso la classica igiene orale domiciliare entro 12-18 ore, si calcifica iniziando a produrre depositi di tartaro.

La placca si associa a sali calcarei e fosfati presenti nella saliva e forma una concrezione dura e molto adesiva. Proprio per questo i depositi si trovano più spesso vicino alle ghiandole salivari.

Per reagire all’attacco batterico, la gengiva si gonfia e si allontana sempre più dal dente. Il solco gengivale aumenta fino a formare una tasca in cui penetrano più di 400 tipi diversi di batteri che possono esserci nel cavo orale.

Questi microrganismi patogeni possono vivere anche in assenza di ossigeno, quindi riescono a proliferare nella tasca paradontale causando seri danni alle strutture di sostegno del dente.

I sintomi iniziali sono una maggiore mobilità dentale, sanguinamento gengivale e dolore diffuso, fino alla definitiva caduta del dente.

In alcuni casi l’infezione può migrare nel circolo sanguigno e coinvolgere anche altri tessuti o organi.

Prima di arrivare a questa situazione , vi consigliamo di fare delle sedute di igiene dentale minimo due volte all’anno.

Noi di Dental One abbiamo fissato con i nostri pazienti un protocollo di richiamo e alla scadenza del tempo stabilito dall’igienista effettuiamo il richiamo , cosi da essere il più possibile regolari nell’ igiene orale .

Per info contattateci allo 010/9912857

APICECTOMIA DENTALE

TI è capitato di avere una grave infezione dentale? In tal caso potresti aver bisogno di ricorrere ad una cura canalare o addirittura ad un intervento di apicectomia dentale. L’articolo seguente descrive le caratteristiche principali di questo tipo di intervento…

Cosa è l’apicectomia dentale?

E’ un intervento definito di chirurgia endodontica che consiste dapprima nel togliere e rimuovere la parte finale della radice di un dente, laddove si concentra il maggior numero di batteri e poi nel ripulire lo spazio circostante dall’infezione e dall’infiammazione.

Quando si ricorre all’apicectomia dentale?

In caso di ascesso o in presenza di un granuloma periapicale  qualora la cura canalare o il trattamento endodontico non siano sufficienti.

Infatti a volte può succedere che i batteri siano talmente tanto aggressivi che non solo attaccano il nervo del dente, ma raggiungono la punta finale della radice dentale e si diffondono in massa nell’osso.

In questa sede non è possibile raggiungere i batteri in un altro modo se non con questo piccolo intervento che permette di arrivare direttamente alla sede dell’infezione.

L’intervento 

L’apicectomia dentale è un intervento chirurgico che viene eseguito ambulatorialmente in anestesia locale. Generalmente, ha una durata di 20-30 minuti, ma quest’ultima dipende molto dalla posizione del dente e dalla struttura delle radici.

Cosa facciamo alla DENTAL ONE ?
Innanzitutto, il chirurgo deve effettuare una radiografia per valutare la situazione. Successivamente si procede con l’operazione: si effettua una piccola incisione sulla gengiva e vengono rimossi il tessuto infetto e l’apice radicolare. Normalmente, l’apicectomia dentale è una soluzione permanente.

La diga dentale di gomma. Usi e vantaggi per il paziente

La diga dentale di gomma è uno strumento indispensabile per le cure odontoiatriche. Si tratta di un foglio di lattice dal quale, attraverso appositi buchi, si fanno uscire i denti su cui si deve lavorare; questo consente di isolarli dal resto della bocca e di poter lavorare in un campo asciutto e pulito. Solitamente viene utilizzato il lattice ma è disponibile anche in altri materiali per i pazienti allergici ad esso.

Durante le cure dentali la diga dentale viene tenuta tesa da un apposito archetto e rimane fissata ai denti attraverso degli appositi dispositivi di forma specifica per ogni misura di dente. Il suo utilizzo protegge il paziente dal contatto con sostanze dal gusto sgradevole o da sostanze che non devono venire a contatto con la gengiva, la lingua o le labbra e dall’ingestione o inalazione accidentale di strumenti. È importantissimo utilizzarla quando si usano materiali estetici.in quanto la loro adesione viene compromessa dall’umidità. In endodonzia è indispensabile per poter mantenere pulito il campo operatorio e adoperare, senza pericoli, strumenti e liquidi adeguati alla detersione dei canali radicolari. Durante i trattamenti di endodonzia (come le cure canalari o le devitalizzazioni dentarie) la diga dentale permette di ridurre drasticamente il rischio di contaminazione da parte dei batteri.

Perché noi utilizziamo la diga di gomma?

• Campo operatorio perfettamente asciutto e quindi libero da sangue e saliva.
• Campo operatorio con rischio ridotto di contaminazione microbica dal resto della cavità orale
• Campo operatorio con maggiore accessibilità e visibilità
• Assenza di rischio per il paziente di ingestione accidentale di materiali e liquidi
• Maggiore possibilità di eseguire il lavoro oltre che tecnicamente corretto anche esteticamente soddisfacente
• Più sicurezza per il paziente e per l’odontoiatra verso il rischio di contaminazione batterica crociata (dall’uno all’altro)
• Maggiore agio per il paziente senza aspiratori e divaricatori per guance e lingua
• Riduzione dei tempi di lavoro con maggiore agio per il paziente

L’utilizzo della diga odontoiatrica è uno dei primi biglietti da visita per verificare la qualità delle cure del tuo dentista.
L’odontoiatra che ha una buona visibilità del campo operatorio e che opera in un ambiente privo di sangue e saliva, è in grado di lavorare in modo accurato e pulito a tutto vantaggio della salute, della qualità e dell’estetica dei suoi pazienti.

CURETTAGE GENGIVALE

Cos’é? Conosciuto anche con il nome di raschiamento e levigatura radicolare, il curettage gengivale è una pulizia dei denti più profonda rispetto a quella classica che ha l’obiettivo di eliminare i batteri presenti nella zona delle gengive.

In cosa consiste? E’ una procedura che rimuove la placca e il tartaro che si accumula nelle cosiddette tasche parodontali, ossia quella parte di tessuti sotto la gengiva che circondano il dente, evitando così l’infiammazione delle gengive e l’avanzamento di malattie e disturbi parodontali.

Come si esegue? Dopo un esame iniziale della cavità orale e la diagnosi del problema l’odontoiatra valuta le zone in cui intervenire. Individuata l’area, viene eseguita un’anestesia locale e attraverso uno strumento specifico, chiamato curette o cucchiaio chirurgico, lo specialista esegue le procedure di raschiamento della parete dentale sotto la gengiva per rimuovere il tartaro e la placca in profondità dalle tasche gengivali. Al termine del trattamento, per nulla invasivo, l’area del curettage gengivale viene disinfettata con un apposito liquido e dopo qualche giorno la gengiva del paziente tornerà ad aderire ai denti.

Quando è necessario farlo? Si ricorre a un curettage gengivale ogni volta che si è in presenza di un disturbo parodontale o di una gengivite, due problemi orali tra i più comuni e tra i più frequenti su cui è bene intervenire sin dai primi sintomi.

Quali sono i postumi di questo trattamento? Uno svantaggio è che, dopo la cura, in seguito allo sgonfiamento della gengiva i denti possono essere più sensibili per alcuni giorni.

Che cos’è l’ascesso dentale?

L’ascesso dentale è un accumulo di pus racchiuso nei tessuti che circondano la radice di un dente: gengiva, osso mandibolare o polpa dentale.

Cause e fattori di rischio dell’ascesso dentale

In primis le cause possono essere la scarsa igiene orale e la presenza di carie. Ma non sono le uniche… Un fattore di rischio può essere l’aver conseguito interventi dentali multipli non perfettamente riusciti.

Chi ha queste patologie è maggiormente incline all’ascesso dentale:

  • diabete
  • reflusso gastroesofageo
  • malattie che indeboliscono il sistema immunitario
  • fumo e alcolismo
  • chemioterapia e radioterapia
  • assunzione per lunghi periodi di farmaci corticosteroidi, antistaminici ed antipertensivi.

Tipologie di ascesso dentale

Esistono varie tipologie di ascesso dentale:

  • ascesso parodontale,provocato da un’infezione dell’apparato di sostegno del dente costituito da gengiva, osso alveolare di sostegno, cemento radicolare e legamenti;
  • ascesso periapicale in cui l’infezione è nella polpa del dente come conseguenza di carie gravemente complicata.
  • ascesso gengivale si sviluppa direttamente nella gengiva a causa di processi infettivi.

Sintomi dell’ascesso dentale

Oltre ad un dolore pulsante ed acuto, esistono altri sintomi che completano il quadro clinico e ci permettono di identificare l’insorgere di un ascesso dentale:

  • gengive gonfie, rosse e alcune volte sanguinolente
  • gonfiore del viso
  • intensità del dolore che aumenta alla palpazione
  • ipersensibilità dentinale
  • alitosi
  • tendenza alla caduta del dente
  • gonfiore dei linfonodi del collo
  • febbre

Nei casi più gravi, può causare uno spasmo muscolare della mandibola.

Cosa s’intende per dentiera?

La dentiera è una protesi dentaria rimovibile che rimpiazza denti della bocca che non ci sono più. Quando si parla di dentiera pertanto s’intende una protesi mobile.

La dentiera è costituita da due parti una parte rosa che simula la gengiva ed una parte bianca costituita dai denti protesici. Entrambi le parti sono fatte di resina acrilica anche se i denti talvolta possono anche essere in composito o in ceramica.

Dentiera fissa

Il termine dentiera fissa o protesi dentaria fissa sono dei termini impropri in quanto servono per indicare una protesi fissa. La protesi fissa viene cementata su denti naturali monconizzati (denti limati). Serve per rivestire un dente indebolito da una carie, da una devitalizzazione o per migliorane l’estetica (corone dentali). In alternativa alle corone dentali, per evitare di limare i denti naturali, si può ricorrere alle cosiddette faccette dentali.

La protesi fissa su denti naturali può servire anche per rimpiazzare alcuni denti perduti (ponti dentali).

La protesi fissa, in assenza di denti naturali, può essere realizzata anche su impianti dentali e può essere avvitata o cementata.

Dentiera classica (protesi mobile totale)

È il tipo di protesi dentaria più comune che le vecchie generazioni usavano togliere di notte per metterle nel bicchiere. Oggi le dentiere non sono più quelle di una volta sono molto più belle, più performanti, più stabili senza doverle togliere durante le ore notturne.

Ovviamente nonostante i miglioramenti dei materiali e delle tecniche con cui vengono prodotte le dentiere queste non possono sostituire la protesi fissa.

protesi dentarie mobili di ultima generazione

Perché mettere la dentiera (mobile)

L’assenza prolungata dei denti comporta un riassorbimento rapido delle ossa mandibolari e mascellari accentuando l’aspetto vecchieggiante come riportato nella foto sottostante.

dentiera

Non masticare il cibo comporta problemi digestivi che con il tempo potrebbero diventare gravi con forti ripercussioni sullo stato di salute generale. Inoltre, le relazioni sociali di un individuo senza denti diventano pessime creando un’inevitabile isolamento sociale con ripercussioni sulla salute psicologica dell’individuo.

I vantaggi della dentiera

Rapidità. È una protesi che può essere realizzata in poche settimane.

Economicità. È davvero la protesi più economica che c’è sul mercato odontoiatrico (anche se la più difficile da realizzare).

Ottima igiene. Essendo la dentiera una protesi rimovibile questa può essere spazzolata e lavata nei migliori dei modi al di fuori del cavo orale in un luogo intimo e appartato.

Gli svantaggi della dentiera

Basculamenti. La dentiera può muoversi durante alcune movimenti estremi come quelli che si producono durante lo sbadiglio o quando si grida eccessivamente. Inoltre, soprattutto quando l’osso di supporto alle gengive è scarso ci potrebbero essere dei movimenti anche durante la masticazione.

Riempimento (ribasatura). Poiché fisiologicamente si riassorbe e quindi si modifica periodicamente la dentiera deve essere riempita con nuovo materiale in modo da dare nuova stabilità.

Sostituzione dei denti. Con il tempo i denti in resina acrilica della dentiera si consumano e cambiano di colore. Per avere sempre una buona estetica e per dare stabilità e continuità alla funzione masticatoria dopo alcuni anni i denti dovrebbero essere sostituiti.

Ecco alcuni consigli per abituarsi alla nuova dentiera

Se non si è già stati portatori di dentiera abituarsi comporta un ragionevole periodo di tempo. Vi diamo alcuni suggerimenti per ridurre questa fase intermedia.

Masticazione: iniziare a masticare scegliendo cibi morbidi evitando sostanze dure o appiccicose. Meglio all’inizio tagliare il cibo in piccoli pezzi; non addentare ma mordere con accortezza; masticare lentamente, e utilizzando contemporaneamente i denti posteriori di sinistra e di destra.

Conversazione.  Leggere, quando si è da soli, ad alta voce una rivista o un libro. Fate in modo che le labbra, le guance e la lingua si adattino al nuovo volume dato dalla dentiera appena indossata

Adesivi dentari. Gli adesivi per dentiera possono aiutare il paziente ad abituarsi alla nuova protesi ma è sempre meglio usarne pochissimo per evitare dipendenza.

Pulizia della dentiera

Pulire la dentiera con uno spazzolino e un prodotto apposito comprato in farmacia o al supermercato per evitare che i residui di cibo possano creare le condizioni ideali per la moltiplicazione di batteri che possono infiammare le gengive e/o conferire al proprio alito un cattivo odore.

Se si ha del tempo per rimanere da soli senza protesi si consiglia di usare le compresse effervescenti igienizzanti; queste vanno sciolte in un apposito contenitore all’interno del quale va inserita la dentiera per circa 15-20 minuti. Dopo di che le protesi vanno risciacquate sotto acqua corrente e indossate.

Denti del giudizio

  1. Quali sono?
  2. Quando compaiono?
  3. Perchè crescono?
  4. Quando estrarli?

Quali sono?

I denti del giudizio sono i terzi – nonché ultimi – molari che spuntano nelle arcate dentarie. Chiamati anche ottavi, i denti del giudizio devono il loro singolare nome all’età in cui erompono attraverso le gengive: rispetto agli altri denti, quelli del giudizio tardano ad affiorare per comparire normalmente tra i 18 ed i 25 anni, un’età che – almeno teoricamente – potrebbe essere definita “epoca del giudizio”.
Denti del giudizio

Quando compaiono?

La comparsa dei quattro denti del giudizio stabilisce il completamento della dentizione permanente : in condizioni normali, ogni dente del giudizio occupa l’ultima – nonché la più interna – posizione di ogni semiarcata dentale.
Tuttavia, non sempre i terzi molari fanno il loro esordio: non è infatti raro che uno o più denti del giudizio, rimanendo inglobati nell’osso e nella gengiva, manchino di spuntare. In simili circostanze, la dentizione permanente incompleta riflette una condizione nota come ipodonzia (i denti del giudizio sono meno di quattro).
Altre volte, pur riuscendo parzialmente ad erompere dalla gengiva, i denti del giudizio non completano il proprio sviluppo: in simili circostanze, i terzi molari, non trovando lo spazio sufficiente per concludere la crescita, rimangono ancorati nell’osso mascellare o mandibolare. Lo sviluppo incompleto dei denti del giudizio può, a sua volta, predisporre alla formazione di focolai d’infiammazione cronica, tanto da rendere necessaria l’estrazione del dente .

Perché crescono?

È oramai assodato che i denti del giudizio sono pressoché inutili ai fini della masticazione e dell’estetica del sorriso. La domanda che sorge spontanea è dunque la seguente: perché crescono?
Per rispondere a questo interrogativo si deve fare un passo indietro, e retrocedere di qualche milione di anni: i denti del giudizio sono un patrimonio ereditario che ci perviene dagli antichi ominidi. Per far fronte ad una dieta (letteralmente) primitiva – composta da carni crude  ed alimenti duri e tenaci – i nostri antenati necessitavano di denti molto robusti, e di mascelle altrettanto forti e resistenti. L’evoluzione e la lotta per la sopravvivenza hanno così “regalato” i denti del giudizio agli uomini del passato, facilitando loro la masticazione di questi alimenti.
Nell’epoca moderna, invece, l’alimentazione è più soft, composta dunque da cibi più morbidi che non richiedono una masticazione così vigorosa ed energica. Per questa ragione, le mandibole dell’uomo contemporaneo sono andate incontro ad una vera e propria evoluzione (per meglio dire, involuzione) sicuramente poco felice: essendo meno sviluppate rispetto al passato, le mascelle di dimensioni ridotte impediscono od ostacolano il corretto sviluppo dei denti del giudizio.

Quando estrarli?

Non sempre è necessario procedere con l’estrazione di uno o più denti del giudizio ,difatti, quando sono perfettamente allineati e non creano disturbi di alcun tipo, i denti del giudizio possono anche rimanere nella loro sede naturale per tutta la vita. Nonostante quanto affermato, alcuni dentisti sono del parere che i denti del giudizio vadano sempre e comunque rimossi chirurgicamente, in quanto inutili ai fini della masticazione e (soprattutto) possibile fonte di disturbi gengivali e patologie parodontali.
Ad ogni modo, ciò che è certo, è che l’estrazione dei denti del giudizio si rivela indispensabile nelle seguenti circostanze:

  • I denti del giudizio sono colpiti da carie o pulpiti in questo caso, si sconsiglia vivamente di sottoporsi ad un intervento di otturazione o di devitalizzazione  per correggere l’infezione. Una scelta simile non avrebbe molto senso proprio perché si andrebbe a salvare un dente “inutile” ai fini della masticazione, sottoponendosi perciò ad un intervento superfluo.
  • I denti del giudizio sono gravemente danneggiati da ASCESSI DENTALI, cisti o granulomi dentali od altre gravi complicanze.
  • Il dente del giudizio cresce in modo scorretto e NON È ALLINEATO con gli altri denti: la posizione anomala assunta dal terzo molare non solo impedisce od ostacola la corretta pulizia dentale.
  • Il mancato/incompleto sviluppo dei terzi molari può causare MAL DI DENTI ed infiammazione gengivale. Inoltre, un difetto di crescita dei denti del giudizio crea una sorta di avvallamento gengivale, entro il quale i batteri possono penetrarvi, dando avvio ad una serie di danni ed infezioni che vanno via via degenerando.
  • Un DENTE PARZIALMENTE INTRAPPOLATO nella gengiva può minare salute e stabilità dei denti attigui: non trovando spazio a sufficienza, i denti del giudizio spingono gli altri, provocando denti storti, difficoltà masticatorie ed affollamento dei denti, ponendo le basi per una malocclusione dentale più grave.
  • I DENTI DEL GIUDIZIO RIMANGONO INCLUSI, ovvero incastrati nell’osso mandibolare/mascellare e non sono visibili ad occhi nudo. La permanenza di questi denti nei mascellari può predisporre allo sviluppo di cisti che, a lungo andare, possono favorire infezioni od indebolire l’osso portante.
  • I denti del giudizio CRESCONO ORIZZONTALMENTE e, spingendo sui secondi molari, provocano dolore durante la masticazione. La crescita obliqua dei denti del giudizio favorisce il deposito di residui di cibo sulle fessure gengivali che, inevitabilmente, si vengono a formare: anche in questo caso, i batteri trovano le porte aperte per avviare un processo infettivo che si traduce in carie e pulpiti.
  • I denti del giudizio sono SOPRANNUMERO: condizione opposta all’ipodonzia, si parla di iperdonzia quando i terzi molari sono più di quattro. Anche in questo caso, l’estrazione si rivela necessaria.
  • I DENTI DEL GIUDIZIO SI SCHEGGIANO o si rompono: in simili circostanze, denti rotti o scheggiati, possono favorire la penetrazione dei batteri al loro interno, ponendo le basi per la formazione di pulpiti e granulomi dentali.

Estrazione precoce dei denti del giudizio

L’estrazione precoce del dente del giudizio è una questione ancora aperta. Il parere degli esperti in materia si divide in due: mentre alcuni dentisti consigliano di togliere sempre e comunque i denti del giudizio perché, statisticamente, predispongono ad infezioni ed infiammazioni, altri propongono di estrarli solo quando sono effettivo motivo di disturbo, dolore ed infezione.
Premesso che ogni paziente dev’essere attentamente valutato dal proprio dentista di fiducia, i denti del giudizio si possono comunque estrarre precocemente, anche in assenza di dolore o di altri disturbi.
L’estrazione precoce del dente del giudizio, prima della sua estrusione dalla gengiva, è vantaggiosa perché:

  • Riduce le difficoltà d’estrazione: la rimozione chirurgica di un terzo molare già pienamente formato richiede un intervento più invasivo rispetto a quella che richiederebbe un dente del giudizio non ancora spuntato e in fase germinale
  • L’intervento è meno rischioso e più semplice: il dente del giudizio, ancora allo stadio germinale, viene rimosso mediante una semplice incisione attraverso cui il germe del dente viene fatto sgusciare fuori molto agevolmente
  • Favorisce un miglior decorso post-operatorio: il paziente recupera più velocemente la totale capacità masticatoria dopo l’estrazione precoce del dente del giudizio
  • Minor complicanze post-estrazione: estrarre un dente del giudizio già formato può provocare dolore anche nei 7-15 giorni successivi all’intervento. Diversamente, la rimozione chirurgica di un dente del giudizio allo stadio germinale si rivela più agevole e meno complessa
  •  Riduce il rischio di lesionare le strutture anatomiche contigue al dente del giudizi

Lo scheletrato:

Lo scheletrato dentale è una protesi parziale rimovibile molto utilizzata soprattutto grazie all’ottimo rapporto qualità/prezzo.
La protesi rimovibile può e deve essere rimossa spesso dalla bocca, soprattutto dopo i pasti per praticare una corretta igiene orale.
Rappresenta una valida alternativa all’ implantologia (in caso di impossibilità dovuta a motivazioni cliniche). Viene utilizzata per la riabilitazione di un’edentulia parziale, cioè quando sono presenti ancora alcuni elementi dentali che vengono impiegati come supporto alla protesi.

Lo scheletrato è una struttura in lega di metallo (cromo, cobalto, molibdeno) che viene agganciata ai denti naturali tramite appositi ganci oppure vengono posizionati degli attacchi di precisione a delle corone posizionate sui denti.

Da cosa è formato uno scheletrato dentale?

Uno scheletrato dentale è composto da alcuni elementi principali:

  • struttura portante di metallo
  • ganci in metallo
  • gengiva finta (flangia rosa)
  • denti protesici

Struttura portante in metallo

La struttura principale dello scheletrato è rappresentata da una sottile barra di metallo che serve a dare maggiore stabilità alla protesi che viene fissata all’interno del cavo orale del paziente.

Ganci in metallo

I ganci vengono modellati dall’odontotecnico per avvolgere i denti portanti e possono essere di due tipologie: invisibili o visibili.

Gengiva finta

La gengiva finta (flangia rosa) ha lo scopo di nascondere il supporto di metallo e, dunque, migliorare l’estetica.

Denti protesici

I denti protesici vengono realizzati di un colore il più simile possibile ai denti naturali residui e sono costruiti utilizzando generalmente composito e resina.
L’obiettivo della protesi dentale rimovibile non è la sola sostituzione degli elementi mancanti ma anche la preservazione della salute di tutti gli altri elementi del sistema masticatorio.

Quali sono i vantaggi?

Uno dei vantaggi è sicuramente il prezzo, molto più conveniente rispetto a una protesi fissa, anche se può variare a seconda di numerosi fattori (numero di elementi dentali da sostituire, quantità e tipo di ganci ecc.).
Un altro vantaggio è la rapidità di esecuzione del trattamento, infatti basta semplicemente prendere l’impronta e sarà possibile modellare la protesi.

Quali sono gli svantaggi?

Lo svantaggio è che questo tipo di protesi necessita di essere rimossa durante le abituali manovre igieniche. Inoltre c’è il fattore estetico, infatti i ganci o gli attacchi potrebbero risultare visibili se i denti di appoggio sono anteriori.
Le protesi dentarie rimovibili sono pur sempre un corpo estraneo e quindi necessitano di un’accurata igiene quotidiana. Per questo è opportuno seguire sempre i consigli del proprio dentista ed effettuare periodici controlli.

IGIENE ORALE

Che cos’è? Per igiene orale si intende la pulizia della cavità orale ed in senso più esteso tutte quelle manovre per ottenerla, siano esse a livello domiciliare che a livello professionale.

Quali tipologie esistono? Domiciliare e professionale

In cosa consiste l’igiene orale domiciliare? Come suggerisce il termine consta di tutte quelle manovre che andrebbero eseguite a livello domiciliare al fine di garantire un livello di igiene compatibile con la salute orale. Una buona igiene orale è garantita da un corretto spazzolamento con uno spazzolino da denti in senso gengi-dentale (da rosa a bianco) delle superfici dentali esterne ed interne, nonché della superficie occlusale.

In cosa consiste l’igiene orale professionale? Con questa definizione si comprendono tutte quelle manovre praticate dal professionista (medico dentista, odontoiatra, igienista dentale) al fine di eliminare tutti i residui accumulatisi nel tempo in seguito all’impossibilità delle manovre di igiene domiciliare di essere efficaci in modo assoluto.

Quanto tempo ci vuole per fare un ‘igiene orale professionale? La seduta di igiene orale professionale ha una durata di circa 30 minuti.

Quali sono le fasi della seduta di igiene orale professionale? Si articola in diverse fasi: 1) visita completa, serve a valutare le condizioni iniziali di igiene orale e la presenza di problematiche specifiche del paziente e 2) l’ablazione del tartaro che viene eseguita con l’utilizzo dell’ablatore. Questo strumento genera delle delicate vibrazioni ad alta frequenza che frammentano e rimuovono il tartaro localizzato negli spazi interdentali. Infine, la 3) rimozione delle macchie: dopo aver completamente rimosso il tartaro viene eseguito un trattamento Air-Flow che sfrutta un getto di aria, acqua e micro-particelle di bicarbonato di sodio per rimuovere le macchie presenti sulla superficie dei denti. Questo trattamento è particolarmente indicato per rimuovere in modo delicato ed efficace le pigmentazioni scure che si formano sullo smalto dei denti a causa del fumo o del caffè.

E’ dolorosa? Non è dolorosa e solo in casi eccezionali di sensibilità è necessario eseguire l’anestesia locale.

Quanto costa? Il trattamento completo ha un costo di 90€.

LA SENSIBILITA’ DENTALE :

Mangiare un gelato, bere una cioccolata calda o una spremuta d’arancia, sono diventati un fastidio per i vostri denti più che un piacere per il palato? Con molta probabilità è perché soffrite di sensibilità dentale, uno dei problemi più diffusi a carico del cavo orale, insieme alla carie, tanto che le stime dicono che almeno metà della popolazione mondiale accusa questo disturbo.

Cosa si intende per sensibilità dentale?

Si definisce sensibilità dentale la sensazione dolorosa che proviamo, a uno o più denti, quando questi entrano in contatto con cibi dolci, caldi, freddi o troppo acidi, se mastichiamo o spazzoliamo i denti in modo energico, oppure quando inspiriamo dalla bocca aria fredda.

Chi è soggetto a questo disturbo?

Fondamentalmente, l’ipersensibilità può interessare qualsiasi paziente a qualsiasi età.

Tuttavia, vi è una maggiore prevalenza nella popolazione d’età compresa tra i 20 e i 40 anni, in particolare di sesso femminile, e nei soggetti affetti da malattia parodontale.

Perché i nostri denti diventano sensibili?

La sensibilità dentale è causata dall’esposizione della dentina.

I nostri denti sono costituiti da diversi strati, di questi il più esterno è lo smalto.

Il compito della smalto è quello di proteggere la dentina sottostante che, a sua volta, serve da scudo per la polpa, ricca di vasi sanguigni e terminazioni nervose e per questo motivo molto sensibile ai cambiamenti di temperatura e alle sollecitazioni meccaniche.lo smalto tuttavia non ricopre le radici e i colletti (zona di passaggio dalla corona alla radice normalmente protetta dal tessuto gengivale).

La dentina presenta migliaia di microscopici canali visibili solo al microscopio, detti tubuli dentinali. Quando la gengiva si ritrae, esponendo la zona del colletto, i tubuli vengono scoperti così che qualsiasi stimolo, che sia termico o chimico, provoca lo spostamento di un fluido simile al plasma all’interno dei tubuli. È proprio questo fluido che, dopo aver mangiato o bevuto cibi caldi o freddi, si muove all’interno dei canali e irrita i nervi del dente, generando dolore. Se osservati al microscopio i tubuli appaiono vuoti e sterili, quando invece si è in presenza della malattia parodontale, vengono colonizzati da parte di un notevole numero di batteri causando anche la necrosi settica del dente.

 Come porre rimedio al disturbo della sensibilità dentale?

Quando si accusa un forte dolore ai denti a causa della sensibilità, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio dentista che, dopo una visita accurata, sarà in grado di stabilire qual è la causa di tale ipersensibilità e consigliarvi il trattamento più corretto per risolvere il vostro problema.

Se vengono escluse patologie come carie, parodontite e gengiviti, a casa possiamo intervenire con l’uso di dentifrici o vernici desensibilizzanti che si possono trovare in farmacia o nei supermercati più forniti. Le accortezze da seguire sono semplici:

– andare regolarmente dal dentista

– praticare una corretta tecnica di spazzolatura, evitando un eccessivo vigore o una frequenza più elevata di quella raccomandata dal dentista; non lavare i denti subito dopo i pasti ma attendere circa 30 minuti, tempo necessario affinché il potere tampone della saliva abbia neutralizzato l’effetto demineralizzante dei cibi acidi

Gli spazzolini morbidi sono banditi, ma utilizzare spazzolini non abrasivi, con setole tagliate in modo tale da non essere aggressive nei confronti della dentina esposta

  • utilizzare un dentifricio specifico a bassa abrasività per i denti sensibili, contenente fluoro
  • usare il filo interdentale per prevenire le malattie parodontali che possono dare origine alla recessione gengivale
  • fare attenzione alla propria dieta, limitando il consumo di alimenti acidi* che possono comportare l’usura dello smalto dei denti quali succhi di frutta, vino, aceto e bibite
  • se si digrignano i denti, chiedere al  dentista se sia il caso di usare un bite notturno

Come interverrà il dentista?

In caso di erosione e/o abrasioni, l’odontoiatra risolverà il problema ricostruendo i colletti; lo smalto perso viene ricostruito con il composito, quel materiale utilizzato nelle otturazioni, ricoprendo così i tubuli dentinali.

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