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Tag: estetica

CAUSE E RIMEDI DELL’ALITOSI:

del dottor Giorgio Magnano

Capita talvolta all’odontoiatra di visitare pazienti che lamentano o temono di avere alito cattivo. Spesso si tratta di idee preconcette a cui non corrisponde un’obiettività clinica, peraltro di immediato riscontro durante il semplice approccio odontoiatrico. Nella bocca sana di un paziente sano, l’alito deve essere inodore. Se si percepisce odore, la sua qualità è molto importante per una corretta diagnosi. Essendo l’alitosi un segno-sintomo e non una patologia in sé, la terapia consiste nell’eliminazione o nella cura dell’evento causale che la provoca
La qualità dell’odore ci suggerisce innanzitutto se esso sia dovuto a qualche patologia, o semplicemente ad un comportamento contingente, in genere alimentare. Per esempio l’impiego recente o eccessivo di dentifrici, colluttori o gomme da masticare aromatizzate può residuare un odore, non sempre sgradevole. Il fumo lascia un’alitosi facilmente identificabile (masticatori di tabacco non ce ne sono più). Abbastanza sgradevoli sono odori di cibi o bevande particolari come aglio, cipolle, caffè, etilismo o cibi fortemente speziati (per esempio il salame).
L’ispezione del cavo orale fornisce indizi importanti per la diagnosi. Una cattiva igiene e la presenza di tartaro insieme a patologie gengivali (tasche parodontali infette, gengivite marginale e gengivite ulcero-necrotica) possono essere causa di alitosi. La presenza di batteri patogeni o l’eccesso di batteri saprofiti per igiene orale carente, causa la decomposizione dei residui alimentari con produzione di composti volatili solforati che sono maleolenti. Il che vale pure per la presenza di lesioni cariose profonde o restauri conservativi inadeguati (punti di contatto interdentali “larghi”che favoriscono la penetrazione e il ristagno di residui alimentari e ne rendono difficile la rimozione o sigilli imperfetti fra materiale restaurativo e smalto che causano l’infiltrazione di batteri e la carie secondaria), di protesi rimovibili o apparecchi ortodontici o occlusali (bite) non adeguatamente igienizzati. In tutti questi casi l’alitosi si risolve facilmente eliminandone la causa. Anche la secchezza delle fauci (xerostomia) può dare alitosi in quanto la saliva ha, fra le altre, una funzione detergente e lubrificante, per cui ostacola il ristagno di residui alimentari fra i denti e nei recessi del cavo orale. La xerostomia ha svariate eziologie. Le più comuni sono : disidratazione (specialmente nei pazienti anziani); ansia e impiego abituale di ansiolitici e psicofarmaci in genere. Si tenga presente tuttavia che moltissimi farmaci per le più svariate indicazioni provocano secchezza delle fauci; approfondire quindi l’anamnesi farmacologica; in genere la xerostomia come effetto collaterale è indicata nel foglietto illustrativo del farmaco. La xerostomia è inoltre sintomo di molte patologie sistemiche, prima fra tutte la sindrome di Sjogren.
Succede tuttavia che le cure odontoiatriche non risolvano il problema. Ciò avviene perché il trigger non risiede soltanto nel cavo orale. Occorre pertanto conoscere le varie cause extraorali di alitosi per indirizzare il paziente allo specialista competente. Facciamone un rapido elenco, puramente indicativo, procedendo, grosso modo, in senso cranio caudale.
Sinusiti: raramente
Patologia delle tonsille: per esempio tonsilliti purulente o anche tonsillolitiasi, piccoli calcoli tonsillari, che provocano infiammazione, microristagno di cibo e talvolta pus (relativamente rare).
Disfunzioni tiroidee: per esempio l’ipotiroidismo può creare problemi metabolici con rallentamento funzionale nell’apparato digerente, digestioni lunghe e laboriose e facilità di reflusso.
Infezioni o problemi dell’apparato digerente: specialmente reflusso gastro-esofageo che provoca un ristagno di cibo al di sopra del cardias con frequenti eruttazioni e può far risalire i gas dallo stomaco alla bocca causando alitosi. Anche nei diverticoli esofagei (diverticolo di Zenker) l’alitosi può essere presente come conseguenza secondaria ai residui di cibo ritenuti nella lesione.
Infezioni del tratto respiratorio: tracheiti, bronchiti, polmoniti, tubercolosi in fase attiva e ascessi polmonari ( queste ultime due patologie ormai molto rare)
Insufficienza epatica: in alcuni casi provocano accumulo di composti solforati e altre tossine non metabolizzate che causano un’alitosi di odore dolciastro e/o pungente, noto come “fetor hepaticus”
Insufficienza renale: causa principalmente l’accumulo di urea che provoca un’alitosi con odore di ammoniaca.
E inoltre –
Diabete: in questo caso l’organismo, non giovandosi del metabolismo degli zuccheri, può utilizzare i lipidi come fonte di energia. Il metabolismo dei lipidi produce chetoni fra i quali l’acetone con odore fruttato dell’alito detto “alito chetonico”.
Alterato metabolismo degli aminoacidi: per esempio la trimetilaminuria dovuta all’accumulo di trimetilamina che causa un forte odore di pesce nell’alito e nel sudore.
Fenilchetonuria (PKU): malattia genetica, rara, comporta dismetabolismo della fenilalanina che provoca, fra le altre cose, un’alitosi particolare.
Relativamente diffuse sono altre disfunzioni metaboliche, per altri versi asintomatiche, che causano però la produzione di composti alifatici e aromatici i quali, alterando la composizione chimica della saliva e dell’alito, ne rendono sgradevole l’odore.
In tutti questi casi il dentista, che in genere è il primo referente in caso di alito cattivo, (insieme col medico di base il quale però generalmente consiglia in prima battuta una visita odontoiatrica) ha il dovere di indirizzare il paziente allo specialista qualificato.

Denti e fumo: smettere di fumare per stare meglio

Perché smettere di fumare giova alla salute dentale?

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha istituito il 31 maggio, di ogni anno, la Giornata Mondiale Senza Tabacco. Quale migliore occasione, in corrispondenza di tale data, per parlare di quanto il fumo sia dannoso per la salute? Gli effetti del tabagismo sulla salute sono noti, ma è bene ricordare come essi possano essere addirittura devastanti anche per la salute orale.

Come sono davvero i denti di un fumatore?

Macchie, accumulo di tartaro, smalto ingiallito ed evidente stato di scarsa salute delle gengive: ecco come chi fuma riduce i propri denti. Non solo rilevabili alla vista: i danni del fumo si fanno sentire anche dal naso, a causa dell’alitosi, che è un’altra sgradevole conseguenza del fumo.

Gli effetti estetici sui denti dei fumatori.

Potrebbero sembrare il danno minore, ma quando si parla di estetica, bisogna sempre pensare alle sue conseguenze sociali e relazionali.

Ecco come i danni del fumo si rendono evidenti:

  • Il fumo provoca macchie marroni sui denti. 
  • L’abitudine al fumo rende evidente l’accumulo di tartaro su denti e gengive.

Fumare fa male ai denti: ecco come.

Il fumo rovina i denti e la loro salute ancor più di quanto rovini il loro aspetto estetico.

Ecco in quali modi:

  • Aumenta le possibilità di sviluppare un cancro del cavo orale.
  • Moltiplica il rischio di sviluppare malattie parodontali. In particolare, un fumatore ha una possibilità 4 volte maggiore di avere la parodontite, rispetto ad un soggetto non fumatore.
  • Rallenta qualsiasi processo di guarigione in bocca.
  • Favorisce il ritiro delle gengive, aumentando la possibilità di carie e predisponendo all’ipersensibilità a caldo e a freddo dei denti.
  • Diminuisce il numero di vasi sanguigni e, dunque, l’apporto di ossigeno, che sarebbe in grado di ostacolare l’azione di batteri patogeni.
  • Aumenta la produzione di molecole infiammatorie e depotenzia i globuli bianchi, atti a rafforzare il sistema immunitario.
  • Favorisce l’insorgenza di malattie delle mucose orali, che si manifestano con macchie bianche e rosse su guance e lingua.
  • Ostacola il successo di interventi di implantologia, aumentando il rischio di infezioni e riducendo l’apporto di ossigeno atto a stimolare i processi di rimarginazione. Fumare mette a rischio gli impianti anche a distanza di tempo dalla loro realizzazione, favorendo l’insorgenza di perimplantiti.

Denti rovinati dal fumo: si può riparare?

Alcuni escamotage in grado di ridurre i danni del fumo sull’organismo non bastano a salvaguardare i denti: si tratta, dunque di miti che vanno sfatati. L’unico modo per ripristinare la salute orale è quello di ridurre la quantità di sigarette o di smettere in modo definitivo di fumare, cosa che ha enormi benefici già nel breve periodo.

In ogni caso, per riparare i danni del fumo su denti e gengive, i consigli e l’intervento di un odontoiatra sono sempre indispensabili.

Alternative alla sigaretta e salute orale.

Sono ancora in molti a credere che esistano degli escamotage per proteggere i propri denti dai danni del tabacco senza perdere in toto l’abitudine al fumo. Alcune di queste strategie possono essere valide per limitare i danni del fumo in altre parti dell’organismo, ma si rivelano inefficaci a salvaguardare la salute di denti e gengive.

Ecco i miti da sfatare:

  • Il sigaro fa meno male delle sigarette: sbagliato! Questo vale per l’apparato respiratorio, perché il fumo non viene respirato, ma, purtroppo, i danni sulla salute orale sono assimilabili a quelli procurati dalle sigarette.
  • La sigaretta elettronica è una buona alternativa: in questo frangente, non ci sono ancora studi attendibili sui danni provocati dalle sostanze contenute.
  • Masticare chewing-gum a base di nicotina fa meno male che fumare: anche in questo caso, non si tratta di una certezza, anzi, in alcuni studi, è stato rilevato che questi prodotti possono contenere dosi più alte di nicotina rispetto alle sigarette stesse.

Smettere di fumare: l’unica soluzione efficace.

Sono circa 780.000, in tutto il mondo, le persone intenzionate ad abbandonare l’abitudine al fumo, anche se non tutte riescono a realizzare questo buon proposito. Un peccato, se si pensa che gli effetti benefici di una tale scelta sarebbero visibili quasi nell’immediato e che non farebbero che aumentare con il trascorrere del tempo dall’ultima sigaretta.

La Pandemia ha avuto un effetto contrastante sul numero di persone intenzionate a smettere di fumare e sul successo di questa loro decisione. Se da una parte, il timore che il fumo potesse aggravare le conseguenze dell’infezione COVID a livello polmonare, ha incoraggiato, in molti, la scelta di dare un taglio alle sigarette, dall’altra, la noia e lo stress, generati in molti soggetti durante e dopo il lockdown, sono stati veri acceleratori del tabagismo.
Purtroppo, il mix fumo, stress e placca si rivela esplosivo per la manifestazione di malattie parodontali e dentali.

Smettere di fumare, in ogni caso, può non essere facile, allora, si può cominciare con il diminuire le sigarette fumate, cosa che renderebbe da subito visibili i propri effetti benefici sull’intero organismo, motivando il soggetto a compiere ulteriori passi verso un abbandono totale del tabagismo. In questa fase, consigli come consumare molta acqua, allungare le pause tra una sigaretta e l’altra e dedicarsi ad attività che distraggano dall’accendere una sigaretta, possono essere determinanti.

 Denti e fumo: l’importanza della consulenza del medico.

Ma cosa succede ai denti quando si smette di fumare? Va detto che smettere di fumare o ridurre drasticamente il numero di sigarette consumate ha effetti preventivi sullo sviluppo di patologie orali ma non riparativi su quanto già causato.

Ad esempio, alcune macchie andranno rimosse in modo professionale, così come la placca accumulata, ed i denti andranno sbiancati con sedute mirate, anche con l’utilizzo di air flow. Il medico consiglierà, poi, l’impiego casalingo di prodotti appositi, come dentifrici e mascherine sbiancanti. Si tratta di azioni che solo un odontoiatra esperto può effettuare in modo professionale. Quando si smette di fumare, poi, un controllo odontoiatrico è necessario anche per fare il punto su eventuali patologie dentali e parodontali in corso.

Per tutti questi motivi, smettere di fumare è il primo passo, ma il resto del percorso per recuperare la propria salute dentale, dopo anni di tabagismo, richiederà il supporto del proprio studio odontoiatrico di fiducia e noi in Dental one siamo disponibili ad aiutarvi.

Le parti della bocca: terminologia del cavo orale.

L’igiene orale dei nostri denti è spesso e volentieri messa in pericolo da vari agenti esterni, contenuti soprattutto nei cibi e nelle bevande, ma anche da sostanze derivate da vari abitudini non proprio salutari come il tabagismo o l’elitismo. I suddetti agenti, però, come anche virus, microbi o batteri ad esempio, responsabili, tra i tanti problemi all’interno della bocca, della carie ai denti, possono essere combattuti da un alleato molto prezioso facente parte (anatomicamente e fisiologicamente) del nostro corpo umano: il cavo orale. Infatti, successivamente spiegheremo anche come l’apparato orale possa uccidere e/o decomporre elementi esterni tramite l’impiego prezioso della saliva. Ma ora vediamo di conoscere meglio le parti della bocca con la loro corretta terminologia.

Quali sono le funzioni della cavità orale?

Le attività principali svolte, potremmo dire per lo più vitali, assolte della bocca sono:

  • respiratorie;
  • digestive;
  • fonatorie;
  • gustative.

La prima funzione ovviamente è relativa alla capacità di convogliare l’aria nei polmoni, anche se questa attività è svolta principalmente dal naso.

L’attività digestiva (anche se meglio predigestiva) è anch’essa svolta all’interno del cavo orale tramite l’ausilio dei denti, della lingua e della saliva. Quest’ultimi componenti della bocca, infatti, svolgono una fondamentale operazione di trasformazione del cibo, riducendolo in bolo, prima di finire attraverso la faringe e l’esofago nello stomaco.

Invece la fonazione è compiuta con l’aiuto soprattutto della lingua, del palato e delle labbra e permette di scandire dei fonemi con cui costruiamo il nostro linguaggio.

Infine, la funzione gustativa ci da la meravigliosa capacità di captare i sapori dei cibi, delle bevande e non solo tramite le papille gustative presenti sulla lingua.

Anatomia cavo orale: la terminologia.

Il cavo orale è un elemento abbastanza complesso e variopinto. Attraverso la fisiologia della bocca, infatti, scopriamo che diversi elementi al suo interno, ognuno con una sua specifica valenza e importanza, sono strategici per il funzionamento di utilissime e delicate attività del corpo. L’interno della bocca, quindi, si rivela una sezione decisiva per una corretta e sana salute fisica in simbiosi attiva con altri elementi della macchina biologica umana. Di seguito elencheremo i principali termini dell’anatomia del cavo orale ai fini di una completa visione dell’apparato buccale stesso.

Labbra

Formate da un parte superiore e inferiore, sono posizionate all’esterno del cavo orale e contribuiscono all’assunzione del cibo e all’articolazione delle parole e dei suoni. Inoltre, collaborano alla mimica facciale e sono una rilevante zona erogena.

Lingua

È un muscolo mobile avente la funzione di spostare il cibo, dopo essere stato masticato, dal cavo orale verso l’esofago e successivamente in direzione dello stomaco. A riposo si colloca sul pavimento orale e sulla sua superfice vi sono varie tipologie di papille gustative, ognuna con una funzione differente relativa al gusto. La lingua ha anche una propria funzione fonatoria.

Palato

Come per le labbra e la lingua il palato serve per coadiuvare la masticazione e l’articolazione dei suoni e delle parole. Questo elemento della bocca interna è formato da due parti: il palato duro e il palato molle. Posteriormente a quest’ultimo possiamo trovare anche l’arco palatoglosso e l’arco palato-faringeo.

Ugola

L’ugola è una struttura verticale e cilindrica utile per non far fluire il cibo verso il naso, viceversa viene effettuato il processo inverso per l’aria. Inoltre, insieme al palato, articola i suoni e i fonemi del nostro linguaggio.

Gengive

Sono un tessuto molle di color rosa, circondano e proteggono le radici dei denti e possono essere divise, in base alla loro posizione, in gengive libere e gengive aderenti.

Denti

L‘apparato dentale, forse, rappresenta l’elemento più importante e specificamente utile dell’interno bocca. I denti, infatti, servono a masticare i cibi e spezzarli per poi deglutirli con più facilità. La classificazione dei denti ci dice che abbiamo fin dall’infanzia venti denti da latte (8 incisivi, 4 canini e 8 molari), i quali cadranno per far spazio entro i vent’anni ai cosiddetti denti definitivi costituiti da 32 denti: 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari. Una cura attenta dell’apparato dentale e affidata a un serio specialista, oltreché consigliata, è anche indice di un cavo orale sano e funzionalmente in perfetta forma.

Vestibolo della bocca

Il vestibolo della bocca è una cavità convessa in avanti, a forma di ferro di cavallo, che comunica con l’esterno tramite la rima buccale e prosegue posteriormente nella cavità buccale. Inoltre, presenta una parete esterna formata dalle labbra e dalle guance e una parete interna data dalle due arcate dentali.

Mucosa della bocca

La mucosa orale è una membrana che riveste l’interno delle guance, delle labbra e la parte inferiore delle arcate dentarie. Questa membrana produce il muco, una sostanza molto utile, insieme alla saliva, per percepire i sapori degli alimenti.

Ghiandole salivari

Le ghiandole salivari sono le responsabili della secrezione della saliva. Queste ghiandole si trovano approssimatamente in bocca, sul collo e nella testa. Esistono, comunque, delle ghiandole minori posizionate in alcune parti della bocca come la faringe, le labbra, sulla lingua e sulla mucosa orale interna. La saliva emessa contiene un enzima, denominato ptialina, che aiuta a scindere l’amido nei carboidrati e quindi coadiuva la digestione già nella sezione buccale.

ODONTOIATRIA DIGITALE:

Con il termine odontoiatria digitale si indica un insieme di procedure che, utilizzando tecnologie di ultima generazione, permettono di realizzare, con altissimi livelli di precisione e sicurezza, differenti operazioni, che vanno dal rilevamento delle impronte dentali ai restauri e dallo Digital Smile Design alla chirurgia computer guidata  per il posizionamento degli impianti.

L’odontoiatria digitale, a poco a poco, sta uscendo dallo status di nicchia, visto che, ormai, praticamente l’intero lavoro quotidiano dell’odontoiatra, da quando il paziente si accomoda alla poltrona, fino all’intervento, può essere svolto affidandosi al così detto workflow digitale.

Come si prendono le impronte dentali con scanner 3D

Alla base della rilevazione impronte dentali digitali vi è una “penna” scanner intraorale che, passata sulle arcate dentali, potrà raccogliere immagini in tempo reale. Mentre l’odontoiatra userà lo scanner digitale le immagini appariranno sullo schermo, riproducendo colori, forme ed eventuali evidenze di placca o di condizioni infiammatorie.

Quali vantaggi offre un’impronta digitale

I vantaggi rispetto alle impronte tradizionali, d’altro canto, sono tangibili e possono essere così riassunti:

  • Minore impatto sul paziente: fastidio, sapore sgradevole in bocca e conati di vomito sono il prezzo che molti pazienti devono pagare durante la presa di impronte dentali tradizionali. Niente di tutto ciò avviene durante la rilevazione di impronte dentali digitali.
  • Maggiore accuratezza dei dati: la precisione di rilevazione consente di aver un modello 3D fedele all’originale.
  • Tempi più contenuti: i dati vengono inviati direttamente al tecnico.
  • Paziente più coinvolto: durante la scansione del cavo orale, le immagini sono proiettate sul monitor e sono visionabili anche dal paziente a cui sarà possibile anche mostrare una proiezione dei risultati finali.

Occorre sottolineare che la maggior accuratezza delle impronte orali si traduce in interventi odontoiatrici più precisi e puntuali.

Cos’è il Digital Smile Design

Il Digital Smile Design o DSD (Digital Smile Design) significa letteralmente progettazione del sorriso. Si tratta di una tecnica di odontoiatria digitale che consente di avere una fotografia precisa del sorriso del paziente come punto di partenza per ridisegnarlo completamente. Grazie ad un software di progettazione, è possibile fare un rendering della situazione dentale da raggiungere, creando così un sorriso su misura ad ogni paziente.

Dall’analisi del sorriso alla fase operativa

Spesso si usa il termine analisi digitale del sorriso come sinonimo di design del sorriso, ma, come stiamo per vedere, l’analisi è solo la prima delle fasi operative di questa tecnica che, invece, include:

  1. Analisi: il primo passo, appunto, consiste nel fare un’analisi del sorriso attuale, attraverso fotografie e delle riprese video.
  2. Scansione: si passa poi alla scansione 3D vera e propria, attraverso lo scanner intraorale, evidenziando, così, eventuali problemi di disallineamento, diastemi o rotazioni anomale. Si ottiene, in questo modo, un file che viene aperto con l’utilizzo di un software in grado di ridisegnare totalmente l’assetto dentale, in base agli obiettivi stabiliti da paziente e professionista.
  3. Prova finale: grazie ad una stampante in 3D, si realizzano prototipi e faccette in resina che simulano in modo chiaro il risultato finale. Non si tratta di un punto di arrivo ma di partenza, perché sarà ancora possibile discutere di eventuali modifiche e miglioramenti.

Quando la fase del design è terminata, ovvero, il prototipo del sorriso è condiviso da paziente e dentista, si passa, naturalmente, alla fase operativa, nel rispetto di quanto progettato, naturalmente.
In alcuni casi, si ricorrerà all’utilizzo di faccette estetiche, in altri, sarà necessario affidarsi all’ ortodonzia tradizionale.
Un altro strumento che consente di passare dalla teoria alla pratica e che l’odontoiatra potrà decidere di utilizzare per realizzare il nuovo sorriso del proprio paziente è lo sbiancamento dentale mentre nei casi più compromessi, magari con presenza di edentulia, si ricorrerà all’implantologia che, per restare in ambito di odontoiatria digitale, può essere computer guidata.

Possibili rischi e complicazioni dell’intervento

Noi di Studio Sicor siamo da sempre attenti alle innovazioni tecnologiche applicate all’odontoiatria. Questo perché crediamo che la precisione, in ambito diagnostico ed operativo, sia la massima garanzia di efficacia. L’odontoiatria digitale, inoltre, permette di sottoporre il paziente a minore stress, cosa che contribuisce ad aumentare la sua disposizione a sottoporsi a controlli odontoiatrici senza remore. Ecco perché, in fatto di scanner intraorali, Ci affidiamo a 3Shape e alla sua linea Trios.

VUOI RIAVERE I DENTI CHE HAI PERSO?

Ti mancano dei denti?

Vorresti riaverli fissi senza dover portare più delle protesi mobili come lo scheletrato e la protesi parziale?

Hai paura di soffrire e per questo eviti anche di sorridere per non mostrare i denti che ti mancano?

Sei stufo delle vecchie “capsule” che ti hanno fatto parecchi anni fa?

Ti hanno detto che non hai osso e non puoi mettere gli impianti?

Vuoi riavere un sorriso meraviglioso?

Abbiamo la soluzione al tuo problema!

Centinaia di pazienti curati con successo possono confermarlo.

Se hai bisogno di ritornare a masticare e sorridere affidati a Noi, ci occupiamo con Passione e Competenza di:

IMPLANTOLOGIA E PROTESI DENTALE

Al giorno d’oggi, dopo decenni di studi e centinaia di migliaia di pazienti trattati nel mondo, l’Implantologia Dentale è la soluzione migliore per riavere in maniera fissa i denti persi (tutti, alcuni o uno soltanto).

Gli impianti dentali sono delle viti di titanio (materiale biocompatibile che non può essere rigettato) che vengono inseriti nell’osso al posto delle radici dei nostri denti.

Essi dopo alcuni mesi dal loro inserimento si integrano nell’osso e possono divenire supporto per le strutture protesiche (monconi, corone, ponti) che su di essi vengono fissate.

Naturalmente è bene che tu sappia che non tutti gli impianti dentali sono uguali.

Noi utilizziamo esclusivamente impianti prodotti dall’azienda leader mondiale in Implantologia Dentale. Questo ci permette di avere l’impianto giusto per ogni situazione clinica.

Se non hai osso a sufficienza per poter ricevere gli impianti Noi Siamo in grado di Rigenerare il tuo Osso alveolare tramite diverse tecniche a nostra disposizione.

Saremo entusiasti di spiegarti come e perché. Non avere paura di soddisfare la tua curiosità.

Siamo appassionati di Rigenerazione Ossea, ma ancora di più di Implantologia a Carico Immediato.

Infatti, in alcuni casi, se le condizioni cliniche lo consentono, posizioniamo (carichiamo) i nuovi denti sugli impianti lo stesso giorno in cui questi vengono inseriti e, talvolta, possiamo fare tutto ciò senza neanche incidere la gengiva grazie alla chirurgia guidata!

Sembra Incredibile, vero?

Chiedi sui social ai nostri pazienti cosa ne pensano e vieni a parlarne con i nostri Professionisti, saremo lieti di rispondere a tutte le tue domande.
Oltre all’Implantologia siamo all’avanguardia anche nella Protesi Dentaria. Infatti, come hai ormai capito, sugli impianti, visto che essi sono un “supporto”, è sempre necessario realizzare una Protesi.
La Protesi Dentale è un manufatto, realizzato dall’ Odontotecnico abilitato, sotto la guida e la progettazione del Dentista che permette di riabilitare la dentatura naturale andata persa.

La Protesi Dentale Può essere Mobile (utilizzata in passato, oggi sempre meno) e Fissa.
Sono esempi di Protesi Fissa:

  • le Corone (“capsule”), che rimpiazzano la corona naturale dei denti singoli compromessi. Possono avere come supporto il dente naturale precedentemente limato (preparato, monconizzato) o un impianto. Possono essere realizzate in Resina, Metallo, Zirconio e Ceramica o in combinazione tra loro.
  • Ponti, costituiti da Corone unite tra loro sostenute da denti o impianti.
  • Le Faccette, che sono delle sottili lamine (di ceramica, disilicato di litio o composito) che vengono cementate sulla superficie vestibolare dei denti anteriori.

La nostra sfida quotidiana è realizzare delle Protesi tanto simili ai denti naturali da poter osservare nel tuo sguardo la Meraviglia di non riuscire a distinguere il nostro lavoro da quello di madre natura!

TI SANGUINANO LE GENGIVE?

Molto probabilmente hai bisogno  di UN’IGIENE ORALE PROFESSIONALE e soprattutto hai bisogno della professionalità di un dentista esperto di malattie delle gengive e del parodonto.

Devi sapere che la placca batterica (oggi definita BIOFILM) è una pellicola strettamente attaccata alla superficie di denti, gengive e lingua. Se non viene rimossa, quotidianamente a casa e periodicamente dal dentista, provoca malattie della bocca come carie, gengivite, parodontite, mucositi o peri-implantiti che distruggono non solo la gengiva ma anche l’osso di supporto dei denti e degli impianti. Soprattutto in soggetti predisposti anche una piccola quantità di BIOFILM può provocare gravi malattie, fino alla perdita dei denti. Quando il BIOFILM si trasforma in tartaro (placca calcificata) non è più eliminabile con il semplice spazzolamento ma deve essere rimosso professionalmente.

Tradizionalmente la seduta di igiene dentale professionale viene eseguita con l’ausilio di strumenti manuali (curette), punte ultrasoniche e coppette di plastica con paste abrasive. Nonostante il loro utilizzo professionale, questi strumenti, possono causare qualche fastidio.

Per questo motivo abbiamo adottato un nuovo modo di eseguire il trattamento di igiene che riduce sensibilmente gli effetti collaterali.

Naturalmente il trattamento è preceduto da una Visita eseguita dai nostri odontoiatri esperti di malattia parodontale con lo strumento più rivoluzionario mai scoperto: la sonda parodontale!

Siamo appassionati e particolarmente attenti alla gestione dei problemi parodontali. Ci impegniamo ad effettuare un attento screening parodontale perché solo una diagnosi e un piano di trattamento corretti possono impedire alla parodontite di distruggere la tua bocca.

Solo dopo aver valutato se i tuoi problemi gengivali sono superficiali o profondi decidiamo quante sedute sono necessarie per riportare la tua bocca in condizioni di salute.

Infine quando avremo ridotto il Biofilm batterico e sarai ritornato in condizione di salute ottimali valuteremo insieme a te, in base alla tua capacità di pulire i denti ogni giorno, con quale frequenza ripetere l’igiene orale professionale (ogni 3 o 4 o 6 mesi).

Grazie all’igiene orale professionale e alla tua consapevolezza e collaborazione potrai mantenere i tuoi denti per tutta la vita!

Beautiful smile

HAI MAL DI DENTI?

Senti un dolore pulsante che parte da un dente e ti rimbomba in tutta la testa?

Hai passato la notte in bianco?

Hai già preso antidolorifici ma il dolore non passa?

Hai la guancia gonfia?

Ti è venuto un ascesso?

Hai scoperto di avere un granuloma?

ABBIAMO LA SOLUZIONE PER IL TUO PROBLEMA !

Se hai mal di denti, non aspettare neanche un secondo!

Chiamaci immediatamente !

Molto probabilmente, hai un dente che sta per andare in PULPITE. La Pulpite è l’infiammazione irreversibile della polpa del dente. Essa oltre a darti un dolore atroce spesso evolve in un ascesso che può avere gravi conseguenze. il dolore per di più invece di diminuire tende a irradiarsi e ad aumentare. Grazie alla nostra competenza siamo in grado di farti passare il dolore perché siamo all’avanguardia in quella branca del nostro lavoro che si chiama:

ENDODONZIA

L’Endodonzia (ancora chiamata Devitalizzazione) si occupa della terapia dell’endodonto. L’endodonto è lo spazio interno del dente che contiene la polpa, costituita da vasi sanguigni e nervi. La terapia endodontica è necessaria quando la carie è arrivata alla polpa del dente causando un’alterazione irreversibile (pulpite) che arriva fino alla morte della polpa stessa (necrosi). Scopo dell’endodonzia è prevenire o curare l’infezione che si forma all’apice del dente quando questo viene raggiunto dai batteri che si manifesta sotto forma di: Ascesso, Granuloma, Cisti. Si cura disinfettando l’interno del dente (l’endodonto) e otturando i canali presenti all’interno delle radici del dente.

Secchezza delle fauci: Cause e rimedi

Sebbene le cause di questa problematica possano essere molteplici (vedremo le principali più avanti), dal punto di vista odontoiatrico è fondamentale rilevare l’importanza della saliva nella bocca.

La saliva ha una funzione protettiva per i denti in quanto, dopo aver mangiato, la bocca tende ad avere un ambiente con ph acido e la saliva ristabilisce nel giro di un certo tempo (più o meno 30 minuti) un ph ottimale per la nostra bocca, diminuendone l’acidità. È infatti in un ambiente acido che proliferano i batteri che favoriscono carie, infezioni alle gengive, malattia paradontale.La saliva è prodotta dalle ghiandole salivari che, in questa problematica (tecnicamente chiamata xerostomia), viene a diminuire come apporto, negando alla bocca la giusta umidità.

Avere la bocca secca è una modalità che nella vita molti di noi hanno provato in quanto è piuttosto frequente e porta nell’immediato a difficoltà nel parlare in pubblico, mangiare e deglutire. Non solo , si può avere anche la gola secca , le labbra screpolate e talvolta alitosi. Spesso con questa patologia occorre bere più acqua per poter mangiare senza fatica e cibi piccanti e acidi provocano una sensazione di bruciore.

Cosa fare allora se si soffre di secchezza delle fauci?
Per prima cosa è bene ricercarne le cause. Purtroppo, possono essere diverse e individuare l’eventuale soluzione alla xerostomia ovviamente dipende da ciò che la provoca.
Se la bocca secca è un fenomeno che succede qualche volta può non essere un problema, diverso il caso di una condizione cronica poiché potrebbe essere un campanello di allarme per malattie gravi.

Tra le principali cause ci sono:
• Il fumo
• L’alcol
• Bere poco
• Disturbi intestinali
• Diverse tipologie di farmaci (Antidepressivi, antistaminici, farmaci antitumorali, diuretici, antiparkinsoniani e molti altri)
• Respirare male col naso
• Lo stress
• Invecchiamento

È normale quando si è sotto stress, per esempio per un esame o in altre situazioni comparabili, essere agitati ed avere la secchezza delle fauci, così come è normale svegliarsi con la bocca secca se si è soliti russare e dormire con la bocca aperta (magari perché si respira male col naso).
Altre cause, tuttavia sono da imputarsi a malattie piuttosto serie come:
– Diabete
– Tubercolosi
– Fibrosi cistica
– Candida orale
– HIV (o altre malattie autoimmuni)
– Alzheimer

Quali sono gli eventuali rimedi e accorgimenti che si possono adottare per alleviare la secchezza delle fauci?
La prima cosa da fare è recarsi dal proprio dentista di fiducia per un consulto.
Naturalmente non può esserci un trattamento univoco in quanto abbiamo visto quante e quali possono essere le cause che portano a questo problema. Andrà fatta una diagnosi accurata.

In linea di massima nei casi più comuni e leggeri i consigli sono quelli di bere molta acqua, effettuare una corretta igiene orale, evitare cibi grassi e zuccherati, masticare gomma allo xilitolo per favorire la produzione di saliva, nel caso dipenda da taluni farmaci vedere se è possibile sostituirli, modificare eventuali stili di vita scorretti: per esempio ridurre l’alcol, eliminare il fumo, ridurre il consumo di cibi troppo speziati, ridurre il caffè, umidificare le stanze di notte per mantenere un certo grado di umidità anche nel cavo orale, ridurre lo stress quotidiano.

Buone regole per prevenire placca e tartaro ai denti.

Soprattutto in questo periodo di inizio feste Pasquali in cui non ci si trattiene nel consumare dolci, bevande alcoliche e carboidrati di ogni tipo, è importante ribadire alcune semplici regole per prevenire la formazione di placca e tartaro.

Differenza tra placca e tartaro
Non sono la stessa cosa. Mentre la placca dentale riguarda l’accumulo di batteri sia sui denti che sotto le gengive, il tartaro non è altro che placca indurita, in quanto trascurata.

Nel caso in cui non si effettui giornalmente una corretta igiene orale la placca (biofilm batterico di natura acida) non solo può creare problemi di carie e malattie gengivali ma può indurirsi e diventare tartaro.
Il tartaro è più difficile da rimuovere e crea incrostazioni più o meno indurite e di colore giallo sui denti. Oltre ad essere a sua volta pericoloso per la formazione di carie e malattie gengivali ha anche uno sgradevole aspetto e non giova all’estetica della bocca. Detto questo, per rimuovere il tartaro non è sufficiente una normale igiene quotidiana con spazzolino e filo interdentale ma è necessario recarsi dal proprio dentista per una pulizia professionale.

Come combattere la placca batterica.
La prevenzione è tutto.
-Effettuare dopo i pasti (almeno 30 min dopo) la pulizia dei denti con uno spazzolino a sete morbide o medie. Scegliere un buon dentifricio al fluoro e spazzolare i denti nella maniera corretta per almeno per due minuti.
Utilizzare il filo interdentale è una prassi molto utile che non va trascurata, soprattutto dopo le abbuffate festive.
Anche l’utilizzo di un collutorio antibatterico al fluoro è consigliato.

– Bere un’adeguata quantità d’acqua è buona prassi per mantenere un ph equilibrato in bocca in modo da contrastare l’acidità dei batteri. Inoltre, bere acqua aiuta a tenere pulita la bocca, sciacquando via i residui di cibo.

– A parte i periodi di festa bisogna tenere d’occhio l’alimentazione per prevenire la placca consumando pochi cibi zuccherati e limitando in genere tutti i carboidrati. Un’alimentazione corretta è sicuramente il nostro migliore alleato. Per fumo e alcoolici vale lo stesso discorso.

– Recarsi ogni 6 mesi circa dal proprio dentista per una pulizia professionale.

Come rimuovere il tartaro.
Anche in questo caso la prima cosa è prevenirlo attraverso tutte le buone regole descritte sopra per combattere la placca dentale. Una volta formatosi il tartaro non ci resta che recarci dal dentista (o igienista dentale) per effettuare l’ablazione del tartaro, detta anche detartrasi.
Più si attende e peggio è in quanto è più semplice rimuovere il tartaro di recente formazione.

Per raschiare via il tartaro ci sono varie tecniche tra cui quella classica manuale (con ablatore manuale e curette), tramite l’aiuto di strumenti come Air Flow (per tartaro di recente formazione), con l’ausilio di ultrasuoni.
In genere gli ultrasuoni vengono utilizzati maggiormente per eliminare il tartaro dalle zone più complicate da raggiungere (sottogengivali).

In fondo per proteggersi dalla placca dentale e prevenire il tartaro è sufficiente seguire questi semplici dettami ed inserirli come abitudini nel nostro stile di vita.

Cosa si consiglia di mangiare dopo un impianto dentale? Ecco a voi tutti i consigli

Se hai già effettuato un intervento di implantologia, oppure se sei in procinto di sottoporti ad esso, è bene che tu sappia alla perfezione cosa potrai e non potrai mangiare nel post-operatorio.

Sebbene nel corso degli ultimi decenni le tecniche di implantologia siano migliorate e progredite a tal punto da portare al minimo i traumi chirurgici, comunque non è pensabile che dopo un intervento di chirurgia orale decisamente importante come quello implantologico il paziente ritorni regolarmente a consumare cibi e pietanze che consumava usualmente prima dell’applicazione dell’impianto.

Nel caso in cui, infatti, dovessero rendersi necessari particolari protocolli di chirurgia standard, il paziente potrebbe accusare tipiche sintomatologie post-operatorie quali ematomidolore e gonfiore.

In tal caso, la presenza di punti di sutura e ferite chirurgiche potrebbe con alta probabilità costituire un’ulteriore sfida e impedimento per il paziente, dal momento che questi potrebbero accusare difficoltà nella masticazione o si potrebbero verificare episodi spiacevoli come la penetrazione di residui di cibo all’interno delle lesioni.

Ecco, dunque, una guida puntuale dei cibi consentiti dopo l’applicazione di un impianto dentale!

Quali cibi mangiare dopo un intervento di implantologia: quali alimenti evitare e quali prediligere in prima giornata post-operatoria e quale dieta applicare dalla terza giornata in poi

Prima di addentrarci nell’elenco dei cibi da preferire in prima giornata dopo l’intervento, è bene fare un excursus delle indicazioni generali riguardo i cibi da evitare tassativamente.

Anzitutto, come facilmente intuibile, è del tutto sconsigliato l’assunzione di alimenti che possano in qualche modo irritare la mucosa orale e gengivale.

Vi sono, infatti, diversi alimenti che per la loro peculiare composizione molecolare sono caratterizzati da bassissimi livelli di pH: tra gli alimenti acidi sono certamente da annoverare l’aceto, gli agrumi in generale e i limoni.

Anche spezie particolarmente pungenti ed irritanti come il peperoncino e il pepe, essendo per natura piccanti, andrebbero del tutto evitati, sempre al fine di consentire alla mucosa oro-gengivale di avanzare indisturbata nella sua guarigione.

Bene, una volta compreso ciò, una delle regole cardine da seguire fedelmente durante la convalescenza consiste nel prediligere sempre e comunque pietanze cremosemorbide e tiepide: cibi troppo frastagliati e dalle forme appuntite e consistenze diverse, infatti, potrebbero traumatizzare ulteriormente il cavo orale, senza considerare il fatto che anche i muscoli masticatori, per ovvi motivi, non saranno nell’optimum di funzione.

Una volta messi a fuoco questi due aspetti principali, l’unica strada da seguire consiste sempre nel propendere per una dieta equilibrata e variegata dal punto di vista nutrizionale, che sia compatibile e confacente al quadro clinico di proprio interesse (valutare altre patologie).

Il momento certamente più delicato sarà il primo giorno di post-operatorio, ma se affrontato con il giusto stato d’animo e con la giusta accortezza all’alimentazione non impedirà in alcun modo di godere di tutti i pasti durante la giornata.

Per esempio, non occorre assolutamente rinunciare ad un’ottima colazione al mattino: generalmente, infatti, è consigliabile far colazione con un tè o un cappuccino che non siano bollenti (quindi tiepidi), e accompagnare con dei biscotti adeguatamente inzuppati.

Sono altresì consigliabili purea di frutta (privata dei semi) e yogurt a temperatura ambiente (assicurarsi di toglierlo qualche minuto prima dal frigorifero).

Dal momento che la caratteristica principale che una pietanza deve possedere è la morbidezza, vien da sé che per il pranzo il piatto che più rispetta tale esigenza è la vellutata di verdure, ma qualora foste desiderosi di non privarvi del tutto della consistenza degli alimenti la scelta che è maggiormente consigliabile è quella di portare a bollore le verdure non filamentose (per esempio i funghi champignon, la zucca, i broccoli, le zucchine, il cavolo) e consumarle una volta arrivate a temperatura ambiente (o comunque raffreddate).

Per implementare un corretto apporto proteico, inoltre, è consigliabile il consumo di omelettepesce bollito o formaggio morbido.

Dal terzo giorno post-operatorio si inizierà a scorgere la luce in fondo al tunnel: dopo le 72 h, infatti, il processo di guarigione sarà a buon punto e la maggior parte delle ferite si risolveranno di qui a breve.

È, dunque, possibile d’ora in avanti tornare pian piano ad implementare la pasta, stando ovviamente attenti a cuocerla bene, e il macinato di carne.

Dopo circa sette giorni dall’impianto dentaleè possibile finalmente tornare al regime alimentare preferito prima dell’intervento, assicurandosi comunque di non consumare cibi troppo duri per almeno altri due mesi, tempo necessario affinché si completi il processo di osteointegrazione.

Ricapitolazione del regime da seguire dopo impianto dentale

Sintetizzando quanto riportato sopra, dovrete:

  • Seguire un regime alimentare equilibrato, implementando tutti i nutrienti;
  • Evitare cibi duri, freddi, caldi, piccanti, acidi e granulosi per le prime 72 ore;
  • Introdurre nuovamente pasta ben cotta e macinato di carne alle 72 ore;
  • Tornare alla dieta regolare dopo sette giorni;
  • Non consumare cibi troppo duri per i due mesi che seguono l’impianto dentale.

Non esitate a contattarci  per qualsiasi dubbio a seguito di un intervento di implantologia.

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