Il naturale colore del dente non dipende dallo strato di smalto esterno bensì dalla dentina, ovvero lo strato più interno, che dall’adolescenza in poi tende ad ispessirsi e a cambiare leggermente tonalità.
Il bianco naturale comprende infatti sfumature giallognole più o meno accentuate che dipendono dalla presenza di una serie di macchie che si possono depositare sullo smalto intaccando la dentina. Capita con il passare del tempo, nel caso di otturazioni metalliche in amalgama, e soprattutto se non c’è una corretta e costante igiene. In questo caso, lo smalto tende a colorarsi assorbendo i pigmenti da cibi e bevande. Lo smalto infatti, non possiede un colore proprio, è traslucido in quanto formato da cristalli di idrossiapatite, pertanto dallo strato superficiale traspare il colore della dentina sottostante. Il suo spessore inoltre, nel corso degli anni tende a ridursi per usura, mentre la sua superficie tende a diventare più liscia. È naturale quindi assistere nel corso della vita ad un graduale ingiallimento dei denti.
Ma tornare all’originale brillantezza del bianco naturale si può, grazie alle nuove tecnologie e ai materiali al servizio dell’odontoiatria. Non solo, con diversi trattamenti sbiancanti è possibile anche arrivare ad ottenere un bianco un po’ più artificiale.
Prima di tutto però, è importante ricordare che i denti vanno quotidianamente spazzolati per rimuovere i residui di cibo e soprattutto dopo aver assunto alimenti molto dolci perché più si mantiene la pulizia e meno si incorrerà nell’attacco di batteri che innescano il meccanismo della pigmentazione della dentina.
Non siamo riusciti a trovare informazioni certe sui primissimi antenati del dentifricio. Pare che già gli antichi Egizi nel 5000 a.C. avessero l’abitudine di pulire i loro denti (secondo i ritrovamenti di alcuni manoscritti).
Con certezza si può affermare però che Greci e Romani provvedessero in qualche modo alla loro igiene orale. Le donne romane si dice masticassero una resina aromatica per profumare la bocca. Sicuramente venivano usati miscugli di ingredienti per creare dentifrici molto abrasivi: ossa tritate e conchiglie d’ostrica erano gli ingredienti principali, probabilmente utilizzati con l’ausilio di stracci di cotone o lino. L’aggiunta delle spezie o di carbone era utile invece per migliorare l’alito.
Polveri di vario tipo comunque sono state usate per l’igiene dentale sino al XIX secolo!
Alla fine del Cinquecento si parlava di “bianco dentario” e di “sapone per i denti”, il che fa presupporre l’utilizzo di prodotti per la pulizia dei denti.
Dunque sino al XIX secolo il dentifricio era una polvere abrasiva utilizzata per togliere i residui di cibo dai denti, e spesso non aveva un buon sapore. Grazie all’aggiunta di glicerina e di altri ingredienti invece, verso la fine del 1800 divenne molto più simile a ciò che utilizziamo oggi, ossia una pasta con una consistenza e un sapore gradevole.
Dovremo però attendere il 1873 per la produzione industriale e la diffusione di massa.
Circa 20 anni più tardi infatti nacque la Dr Sheffield’s Creme Dentifrice, la crema dentifricia proposta finalmente nel tubetto morbido spremibile (sino a quel momento il dentifricio era venduto in tubetti di vetro).
Fu la Colgate nel 1896a dare il via alla commercializzazione su vasta scala del dentifricio nel tubetto spremibile inventato da Sheffield.
Nel XX secolo poi ci sono state alcune sostanziali modifiche alla composizione della pasta dentifricia, ma Colgate ha aperto la strada al dentifricio così come lo conosciamo oggi.
Cominciamo con lo spiegare che il ritrattamento canalare è un nuovo trattamento canalare dentale che è stato eseguito quando il trattamento endodontico iniziale non ha avuto lo stesso successo oppure è fallito. Questo trattamento consisterà nella rimozione dei materiali di riempimento dai canali radicolari dentali per pulirli e rimodellarli. Il ritrattamento canalare terminerà tipicamente con una nuova sigillatura dei canali radicolari. Ma quando sarà necessario procedere nell’eseguire un ritrattamento canalare? Ci sono una serie di sintomi e segni che possono indicare che il trattamento endodontico non è andato come previsto, cioè ha fallito. Questi segni e sintomi possono essere di vario tipo e includono la presenza di dolore persistente nel dente trattato che potrebbe anche aumentare con il passare dei giorni. Il ritrattamento canalare potrebbe anche rendersi necessario in caso di una infiammazione facciale del dente trattato endodonticamente o in caso di fratture endodontiche dei denti e di tenerezza alla percussione o alla palpazione del dente. Segni radiologici che un canale radicolare non è stato trattato o riempito correttamente o completamente sono facilmente individuabili dal dentista, e in questi casi non resterà altra alternativa all’estrazione del dente che procedere con il ritrattamento canalare. Quando si parla di ritrattamento canalare dolore e fastidio possono essere presenti in minima parte nella fase successiva all’anestesia locale ma tenderanno comunque a sparire nel giro di poco tempo. Il ritrattamento canalare diventerà necessario anche in presenza di canali radicolari accessori che non sono stati o non potevano essere trattati nella prima endodonzia. Anche la comparsa di una nuova carie o lesione infettiva che colpisce nuovamente il canale radicolare dentale potrebbe essere uno dei motivi per cui il dentista valuterà il ritrattamento canalare al pari di una frattura della corona o dell’otturazione che ha causato un nuovo processo infettivo nel dente. Di fronte a uno o più segni e/o sintomi sopra descritti è necessario recarsi rapidamente dallo studio dentistico.
Ritrattamento canalare: come si fa
Come abbiamo già accennato uno dei motivi che possono rendere opportuno valutare un ritrattamento canalare sono la contaminazione da precedente trattamento endodontico, una frattura dentale, un processo infettivo e così via. Se un paziente si presenta nello studio dentistico con un dente devitalizzato e uno dei sintomi che abbiamo elencato, il dentista capirà subito che il dente devitalizzato non è guarito in modo adeguato. E’ il caso, ad esempio, di un dolore che è peggiorato dopo il trattamento iniziale e che compare ogni volta che si mastica o si morde. Si consideri inoltre che uno o più canali radicolari mal otturati e carie ricorrenti possono essere individuati facilmente con una radiografia. Inoltre si potrebbe avere una lesione apicale che non esisteva all’inizio del trattamento endodontico. La modalità di esecuzione del ritrattamento canalare inizierà con un esame clinico e radiografico del dente infetto. Sarà fondamentale fin dall’inizio stabilire la causa che ha causato il fallimento del primo trattamento endodontico. Una volta chiarite tutte le informazioni e la causa del fallimento endodontico è possibile procedere, se possibile, ad eseguire in concreto il ritrattamento canalare. Il trattamento verrà eseguito utilizzando l’anestesia infiltrativa nello studio dentistico, quindi questo trattamento non causerà alcun dolore o disagio. Il ritrattamento canalare consisterà nella rimozione del materiale di riempimento dal primo canale radicolare e nella pulizia del nuovo processo infettivo. Dopo aver fatto ciò e rimodellato i canali radicolari, si procederà nuovamente alla corretta otturazione di questi. Prima del ritrattamento canalare il dentista specialista dovrà verificare che il dente possa essere effettivamente ricostruito, che il parodonto sia sano e che i canali radicolari siano accessibili senza ricorrere alla chirurgia. Inoltre, il paziente deve mostrare adeguate abitudini di igiene orale, sentirsi motivato a preservare i propri denti naturali.
Il granuloma, conosciuto anche come granuloma apicale, è un’infiammazione del tessuto periapicale, ossia la punta della radice del dente, causata da un’infezione. Si manifesta come una piccola formazione dalle dimensioni di un pisello, avvolta da un rivestimento fibroso che circonda la radice dentale. Durante il processo infiammatorio il tessuto connettivo, all’interno del dente, subisce una modifica e diventa granulare.
Origine e cause
Il granuloma è la conseguenza di un’infezione dovuta alla proliferazione di batteri nella parte terminale della radice, all’altezza del forame radicolare, attraverso il quale passano i nervi e i vasi sanguigni che nutrono il dente. Questi microbi attivano le cellule del sistema immunitario che, per impedire allo stato infiammatorio di espandersi all’intero del dente e a quelli circostanti, reagisce formando un tessuto granulare. Se il dente è sano, la proliferazione batterica è impedita dal nervo vitale del dente, che protegge la radice. Può accadere, però, che questo nervo muoia, spontaneamente o in seguito a devitalizzazioni , in questo caso l’infezione batterica si propaga dal canale radicolare al resto del dente causando l’infiammazione della polpa (pulpite) con conseguente morte cellulare (necrosi) e aumento dello stato infiammatorio.
Le cause dell’infezione possono essere: una carie profonda, trascurata, che favorisce la proliferazione batterica, l’incrinatura o la frattura di un dente, che provoca la colonizzazione dei batteri a livello della radice, la devitalizzazione, sebbene, la parte malata, sia pulita dai batteri, può rimanerne una piccola parte che si moltiplica ulteriormente in presenza di tessuti decomposti, favorendo l’insorgenza del granuloma.
Sintomi
Il granuloma dentale, quello circoscritto all’apice radicale, può rimanere silente anche per molti anni, senza quindi manifestare i sintomi che potrebbero facilitarne la diagnosi. Se trascurato, può peggiorare e dar luogo ad un ascesso con presenza di pus e forte dolore, o a suppurazione, grave infiammazione della radice con formazione purulenta, sempre associata ad un ascesso dentale acuto. In tutti questi casi può provocare sintomi molto intensi come:
Gonfiore e infiammazione gengivale
Dolore acuto e martellante
Gonfiore della guancia, dalla parte del granuloma, e mal di testa
Dolore all’occhio se il dente interessato è nell’arcata superiore
Come si diagnostica
La presenza di un granuloma si accerta con tecniche d’indagine strumentale come: la radiografia panoramica delle arcate dentali, attraverso la quale si può visualizzare, con estrema precisione, un’area scura, in coincidenza con l’apice della radice del dente, punto esatto in cui si è formato il granuloma, la Tac dentale, conosciuta anche come cone beam che fornisce immagini in 3D delle ossa mandibolari dei denti e dei tessuti molli del cavo orale. Anche gli esami del sangue possono evidenziare un aumento dei valori dei globuli bianchi e VES (velocità di eritrosedimentazione) che segnalano la presenza di un’infezione.
Come si può trattare un granuloma dentale
Il granuloma deve essere adeguatamente curato, le tecniche che lo specialista adotterà dipendono dalla gravità dell’infezione, dalla grandezza di questa neoformazione e dalle condizioni di base del dente.
Solitamente la devitalizzazione è il trattamento d’elezione.
Se il dente è già stato devitalizzato, è necessario ricorrere al ritrattamento canalare, cioè, si rimuove il materiale utilizzato in precedenza per un’eventuale otturazione e si prosegue con una pulizia e disinfezione dell’area radicolare. Nei casi in cui non sia possibile utilizzare questa procedura, per la presenza di protesi con corone, o di ricostruzioni dentali complesse con perni in metallo, l’unica possibilità di trattamento è l’ apicectomia asportazione chirurgica, in anestesia locale, dell’apice radicolare ove è presente il granuloma. Il vuoto lasciato dalla rimozione viene riempito con materiale sostitutivo biocompatibile. Quando il granuloma si presenta più volte, per risolvere definitivamente il problema, si procede con l’estrazione del dente ed una pulizia adeguata.
Il granuloma è una patologia dell’apparato dentale da non sottovalutare perché se trascurato, può infettare le zone circostanti creando problemi più severi, per questo è importante rivolgersi sempre ad un centro dentistico specialistico per un corretto trattamento, diversamente il quadro clinico non si risolve spontaneamente.
Per maggiori informazioni e per prenotare una visita contattaci allo 010/9912857 o al numero 010/508017.
“Questa è la domanda che mi viene fatta con più frequenza dalle mamme…E PER FORTUNA, AGGIUNGO IO!”
L’età giusta per portare il bambino dal dentista per una prima visita è attorno ai 18/24 mesi di età (periodo in cui saranno erotti i primi denti da LATTE), a meno che il tuo pediatra non ritenga necessaria una visita precedentemente. Così presto? Si, esattamente, è consigliabile che già dal compimento del secondo anno del tuo bambino tu lo faccia visitare da un dentista pediatrico.
Può sembrare un discorso strano e spesso suscita stupore, ma in un’ottica di prevenzione, prima si comincia e meglio è! Sicuramente il bimbo non avrà problemi a quell’età, ma il dentista potrà già iniziare a dare i primi consigli utili ai genitori su come prendersi cura della bocca e dei primi dentini.
È importante prendersi cura da subito dei dentini dei bambini!
In seguito il tuo bambino dovrà essere controllato dal dentista pediatrico ogni 6 o 12 mesi in modo tale da monitorare l’igiene orale, la dieta e lo sviluppo dell’intera bocca. Far fare la prima
visita dal dentista pediatrico precocemente è molto importante per costruire un buon rapporto tra il tuo bambino e il dentista.
Ma veniamo al problema più grosso: secondo una recente statistica oltre il 60% dei bambini sviluppa una carie al terzo anno di età.
Quali sono le cause? Il principale fattore che può causare la carie è la placca batterica; infatti una scorretta igiene orale permette ai batteri di depositarsi attorno al dente attaccando lo smalto dentale. Il 75 % delle carie sui decidui (denti da latte) a 3 anni si forma a causa del non corretto spazzolamento dei denti, della continua assunzione di zuccheri o della cattiva abitudine di mettere le mani in bocca.
Le visite precoci saranno dunque, la base per familiarizzare nel modo migliore con il dentista oltre a darti dei piccoli consigli su come insegnare al tuo bambino a lavarsi i denti attraverso l’aiuto di simpatici pupazzi.
Molti genitori, erroneamente, pensano che i denti da latte, essendo destinati a cadere, non hanno bisogno di essere puliti……Talvolta assecondano la volontà del bambino di NON lavarsi i denti. NON SI VA A LETTO SENZA AVERE LAVATO I DENTINI!!!
Ma se è vero che i denti da latte sono provvisori è anche vero che più carie si sviluppano nei denti da latte, maggiore è il rischio che si ripresentino nei denti permanenti. Questo è già un motivo sufficiente per non trascurarli! Inoltre come se non bastasse, la carie, anche se su un dente che “tanto deve cadere” NON È INDOLORE e presto o tardi costringerà il genitore a “correre” dal dentista. Prima o poi succede, garantito!
Quindi, qual è il segreto per evitare di ricorrere a trattamenti invasivi per il tuo bambino e costosi per te?
Molto semplice:
COME SEMPRE, LA PREVENZIONE È ALLA BASE DI TUTTO! Ecco perché offriamo una visita gratuita per TUTTI i bambini. È importante per noi portare i bambini da subito sulla giusta strada…dentale, prevenendo ogni male!
Unisce compiti di assistenza operativa al medico dentista o all’odontoiatra nelle operazioni e negli interventi dentistici, a mansioni di segreteria amministrativa(accoglienza e gestione dei pazienti).
Ma cosa fa l’assistente alla poltrona?
L’assistente di studio dentistico è la prima persona con cui il cliente viene a contatto quando si rivolge a uno studio odontoiatrico: l’ASO (assistente studio odontoiatrico) accoglie il cliente e svolge una funzione fondamentale nel metterlo a suo agio.
Allo stesso tempo, è anche la persona che prepara la postazione di lavoro, i materiali e gli strumenti necessari al dentista per svolgere gli interventi, come l’installazione di protesi e impianti dentali, cura delle carie, devitalizzazioni, interventi di chirurgia dentale. Durante le sedute con i pazienti, l’assistente alla poltrona passa gli strumenti al dentista e fornisce assistenza continua.
Risistema poi gli strumenti utilizzati (come turbina, manipoli, siringhe aria/acqua, pinze, frese, spatole, lampade polimerizzatrici), smaltendo i materiali monouso secondo le normative vigenti e sterilizzando e disinfettando quelli riutilizzabili.
L’ASO lavora quindi a stretto contatto con il dentista, sia esso odontoiatra, ortodontista o implantologo, ed è necessario che i due lavorino in perfetta sintonia per assicurare la buona riuscita delle operazioni dentistiche.
Oltre a questo, l’assistente alla poltrona si occupa di gestire la parte amministrativa dello studio: concorda e cura l’agenda degli appuntamenti del dottore, gestisce i pagamenti dei clienti, archivia le cartelle cliniche dei pazienti, controlla le scorte di materiale e prepara gli ordini per le forniture odontoiatriche quando necessario.
In Dental One sono 4 le assistenti alla poltrona , ve le presentiamo di seguito :
L’alitosi, che non è altro che alito cattivo, è una condizione molto spiacevole che può provocare disagio nella persona, in particolare nei rapporti sociali. In molto casi, per fortuna, le cause dell’alitosi si rivelano semplici da individuare e contrastare.
In questo articolo troverete qualche consiglio per avere sempre un alito fresco.
1. Prenditi cura della tua igiene orale
Sovente la causa dell’alitosi si ritrova in un’igiene orale non abbastanza accurata.
Per un’igiene impeccabile contro l’alitosi è molto importante:
sottoporsi a detartrasi almeno due volte all’anno o seguendo le indicazioni del tuo dentista.
assicurarsi di lavare i denti dopo ogni pasto senza dimenticarsi di pulire la lingua (con lo spazzolino o con uno strumento apposito) e di usare il filo interdentale almeno una volta al giorno.
utilizzare un collutorio, ma senza farne uso smodato. Se contiene oli essenziali, questi aiutano a contrastare i cattivi odori, ma hanno proprietà astringenti che, in caso di abuso, potrebbero seccare il cavo orale.
2. Fai attenzione all’alimentazione
Cercare di evitare i cibi troppo speziati, difficilmente digeribili o famosi per il loro effetto negativo sull’alito (come aglio e cipolla).
Mangiare molta verdura cruda, come sedano e finocchio, che aiuta a rinfrescare la bocca e a produrre saliva. La saliva è infatti la naturale difesa della nostra bocca contro batteri e cattivi odori.
Non dimenticare di bere molto e spesso: l’acqua aiuta a ripulire la boccadai residui di cibo e dai batteri, oltre a mantenerla adeguatamente idratata.
3. Applica le abitudini per un alito fresco
È meglio evitare fumo e alcool per quanto possibile, in quanto favoriscono la secchezza delle fauci e sono nemici dell’alito.
Non bisogna esagerare con il caffè poiché la sua acidità facilita la riproduzione dei batteri che causano il cattivo odore.
4. Prova alcuni rimedi naturali contro l’alitosi
I chiodi di garofano sono perfetti per profumare l’alito: prova a masticarne uno all’occorrenza. Si può anche preparare un infuso da usare come collutorio.
Le tisane possono rivelarsi un valido aiuto, ad esempio al finocchio, all’anice o allo zenzero.
Si può provare anche a sciacquare la bocca con qualche goccia di olio essenziale diluita in un bicchiere d’acqua: scegli un olio con proprietà antibatteriche, antinfiammatorie o depurative, come tea tree, salvia, mirra o bergamotto.
La dentiera è una protesi dentaria rimovibile che rimpiazza denti della bocca che non ci sono più. Quando si parla di dentiera pertanto s’intende una protesi mobile.
La dentiera è costituita da due parti una parte rosa che simula la gengiva ed una parte bianca costituita dai denti protesici. Entrambi le parti sono fatte di resina acrilica anche se i denti talvolta possono anche essere in composito o in ceramica.
Dentiera fissa
Il termine dentiera fissa o protesi dentaria fissa sono dei termini impropri in quanto servono per indicare una protesi fissa. La protesi fissa viene cementata su denti naturali monconizzati (denti limati). Serve per rivestire un dente indebolito da una carie, da una devitalizzazione o per migliorane l’estetica (corone dentali). In alternativa alle corone dentali, per evitare di limare i denti naturali, si può ricorrere alle cosiddette faccette dentali.
La protesi fissa su denti naturali può servire anche per rimpiazzare alcuni denti perduti (ponti dentali).
La protesi fissa, in assenza di denti naturali, può essere realizzata anche su impianti dentali e può essere avvitata o cementata.
Dentiera classica (protesi mobile totale)
È il tipo di protesi dentaria più comune che le vecchie generazioni usavano togliere di notte per metterle nel bicchiere. Oggi le dentiere non sono più quelle di una volta sono molto più belle, più performanti, più stabili senza doverle togliere durante le ore notturne.
Ovviamente nonostante i miglioramenti dei materiali e delle tecniche con cui vengono prodotte le dentiere queste non possono sostituire la protesi fissa.
Perché mettere la dentiera (mobile)
L’assenza prolungata dei denti comporta un riassorbimento rapido delle ossa mandibolari e mascellari accentuando l’aspetto vecchieggiante come riportato nella foto sottostante.
Non masticare il cibo comporta problemi digestivi che con il tempo potrebbero diventare gravi con forti ripercussioni sullo stato di salute generale. Inoltre, le relazioni sociali di un individuo senza denti diventano pessime creando un’inevitabile isolamento sociale con ripercussioni sulla salute psicologica dell’individuo.
I vantaggi della dentiera
Rapidità. È una protesi che può essere realizzata in poche settimane.
Economicità. È davvero la protesi più economica che c’è sul mercato odontoiatrico (anche se la più difficile da realizzare).
Ottima igiene. Essendo la dentiera una protesi rimovibile questa può essere spazzolata e lavata nei migliori dei modi al di fuori del cavo orale in un luogo intimo e appartato.
Gli svantaggi della dentiera
Basculamenti. La dentiera può muoversi durante alcune movimenti estremi come quelli che si producono durante lo sbadiglio o quando si grida eccessivamente. Inoltre, soprattutto quando l’osso di supporto alle gengive è scarso ci potrebbero essere dei movimenti anche durante la masticazione.
Riempimento (ribasatura). Poiché fisiologicamente si riassorbe e quindi si modifica periodicamente la dentiera deve essere riempita con nuovo materiale in modo da dare nuova stabilità.
Sostituzione dei denti. Con il tempo i denti in resina acrilica della dentiera si consumano e cambiano di colore. Per avere sempre una buona estetica e per dare stabilità e continuità alla funzione masticatoria dopo alcuni anni i denti dovrebbero essere sostituiti.
Ecco alcuni consigli per abituarsi alla nuova dentiera
Se non si è già stati portatori di dentiera abituarsi comporta un ragionevole periodo di tempo. Vi diamo alcuni suggerimenti per ridurre questa fase intermedia.
Masticazione: iniziare a masticare scegliendo cibi morbidi evitando sostanze dure o appiccicose. Meglio all’inizio tagliare il cibo in piccoli pezzi; non addentare ma mordere con accortezza; masticare lentamente, e utilizzando contemporaneamente i denti posteriori di sinistra e di destra.
Conversazione. Leggere, quando si è da soli, ad alta voce una rivista o un libro. Fate in modo che le labbra, le guance e la lingua si adattino al nuovo volume dato dalla dentiera appena indossata
Adesivi dentari. Gli adesivi per dentiera possono aiutare il paziente ad abituarsi alla nuova protesi ma è sempre meglio usarne pochissimo per evitare dipendenza.
Pulizia della dentiera
Pulire la dentiera con uno spazzolino e un prodotto apposito comprato in farmacia o al supermercato per evitare che i residui di cibo possano creare le condizioni ideali per la moltiplicazione di batteri che possono infiammare le gengive e/o conferire al proprio alito un cattivo odore.
Se si ha del tempo per rimanere da soli senza protesi si consiglia di usare le compresse effervescenti igienizzanti; queste vanno sciolte in un apposito contenitore all’interno del quale va inserita la dentiera per circa 15-20 minuti. Dopo di che le protesi vanno risciacquate sotto acqua corrente e indossate.
L’apparecchio ortodontico mobile è un dispositivo medico che consente di risolvere alcune problematiche a carico dei denti che riguardano la crescita e la forma dell’osso mascellare. Nei bambini in età precoce, prima che abbiano sviluppato la dentatura definitiva, è possibile applicare l’apparecchio mobile per favorire una corretta crescita dell’ossatura del complesso facciale.
Quali sono i tipi di apparecchio rimovibili?
Ci sono tre diversi tipi di apparecchi rimovibili, ognuno con una caratterizzazione specifica:
meccanico, sfrutta una forza esercitata da viti, molle e archi per riallineare i denti storti;
funzionale, agisce sia sullo spostamento dei denti che sullo sviluppo delle ossa mascellari riuscendo a correggere le malocclusioni della bocca durante l’età dello sviluppo;
contenzione, serve per mantenere i denti nella posizione raggiunta alla fine di un trattamento ortodontico.
Come scegliere l’apparecchio giusto?
Non esiste un apparecchio giusto e uno sbagliato, molto dipende dal singolo caso, dall’età del paziente, dalla durata della terapia per il riallineamento dentale. Spesso l’apparecchio mobile si utilizza su soggetti in giovane età, infatti in questi casi un apparecchio fisso non apporterebbe gli stessi risultati sulla crescita ossea e sull’eventuale malocclusione. Molto però dipende dalla terapia decisa in fase preliminare, dopo aver studiato a fondo la specifica problematica che affligge il singolo paziente.
Quali sono i vantaggi dell’apparecchio mobile?
L’apparecchio dentale mobile svolge diverse funzioni di riallineamento dei denti, utilizzando una placca in resina che si posiziona sotto al palato del paziente, a cui sono collegati ganci in metallo, molle o altri tipi di accessori atti a riposizionare e disciplinare i denti e l’arcata mandibolare, ma soprattutto a migliorare la masticazione o a risolvere problematiche che riguardano la malocclusione.
Il principale vantaggio sta nella possibilità di togliere l’apparecchio, ad esempio quando si mangia o si fa sport. Si permette quindi al paziente una perfetta igiene orale e minori preoccupazioni che riguardano la presenza in bocca di un dispositivo ingombrante e “fastidioso”. La collaborazione del paziente e la sua precisione nel seguire le indicazioni del dentista sono essenziali per la corretta riuscita della terapia.
Quanto dura la terapia?
Non esiste una durata media dei trattamenti con apparecchio mobile, dipende dal singolo caso. Spesso, quando si tratta di bambini in età scolare, l’apparecchio può essere utilizzato per vari anni con le dovute modifiche da effettuare nel corso del tempo, che possono consistere anche in una periodica sostituzione dell’apparecchio ortodontico mobile.
Come installare l’apparecchio mobile?
Ogni singolo apparecchio mobile viene prodotto su misura per il singolo paziente e la sua specifica problematica.
Spesso, quando ricordiamo ai nostri pazienti l’importanza dell’igiene orale costante durante il giorno, soprattutto dopo i pasti, ci chiedono come lavare denti fuori casa. Perché è facile rispettare le regole quando sei a un passo dal bagno con tutti i tuoi strumenti personali. Ma cosa accade quando devi lavarti i denti al lavoro? O quando sei in viaggio?
Nessun problema, è possibile risolvere ogni situazione nel miglior modo possibile. Oggi i. Nostri presidi domiciliari sono molto poco voluminosi, e quindi facilmente trasportabili, altrimenti esistono diversi kit da viaggio per l’igiene orale e prodotti pensati per essere sempre al fianco di chi vuole curare la pulizia dello smalto anche quando non ha a disposizione il proprio spazzolino. Per continuare ad avere una buona igiene orale e combattere la carie.
Quando conviene lavare i denti?
Anche quando si lavora fuori casa, o per i più piccoli si frequenta la mensa della scuola, le regole non cambiano: dobbiamo lavare i denti dopo ogni pasto. Per questo motivo è molto importante avere con sé tutto il necessario per prendersi cura dell’igiene orale fuori casa.
Come lavarsi i denti in ufficio
La soluzione migliore, in questi casi, è avere uno spazio nel bagno del personale che puoi riservare a spazzolino, dentifricio, lo scovolino e il filo interdentale. Molti uffici mettono a disposizione dei dipendenti un’area riservata: in questo modo non cambia niente rispetto alle tue abitudini casalinghe. Come fare in questi casi? Semplice, acquisti un kit da viaggio, con le caratteristiche consigliate dal tuo dentista.
Curare l’igiene orale in viaggio
Per chi si sposta spesso e ha bisogno di lavarsi i denti in stazioni, aeroporti e stazioni di servizio non c’è nulla di meglio del già citato kit da viaggio. Può capitare, però, di ritrovarsi in hotel e scoprire che nella valigia manca l’occorrente. Come fare? Basta ricordare che spesso le portinerie danno dei set che comprendono spazzolino e dentifricio. Possono bastare per lavare i denti prima di andare a dormire e al risveglio, subito dopo puoi comprare tutto ciò che ti serve in una qualsiasi farmacia.
Gomme da masticare: aiutano?
Situazione d’emergenza: non hai la possibilità di usare tutto il necessario per lavare i denti. Manca tutto? Acquista e mastica gomme allo xilitolo, aiutano a combattere i batteri che causano la carie .