Ognuno di noi desidera un sorriso bello e naturale. La formula per un sorriso bello è rappresentato dai denti sani che sono, non solo il miglior indicatore della salute ma anche un fattore chiave per aumentare l’autostima e presentarsi bene nella vita quotidiana e in tutte le situazioni.
Un aspetto sano e giovanile sono gli imperativi fondamentali della bellezza di oggigiorno, che hanno definito gli standard elevati nella medicina dentale facendone un servizio altamente estetico e funzionale per tutti. Il fatto è che l’invecchiamento fisico che viene con l’età colpisce anche i denti e le gengive, cambiando la bellezza naturale di un sorriso. I denti perdono il loro aspetto naturale sotto l’influenza di vari fattori esterni, abitudini e consumo di vari prodotti alimentari. Alcune delle cause del cambiamento dell’aspetto dei denti sono: il fumo, l’assunzione di farmaci, il consumo di varie bevande come il caffè, tè, vino rosso, bibite…
La soluzione per questo problema è la medicina dentale estetica che si concentra sull’ estetica dentale dei sorrisi dei pazienti e conun metodo professionale ed efficiente restituisce il sorriso desiderato ad ogni paziente. La medicina dentale estetica moderna ottiene ottimi risultati nella formazione di un sorriso naturale e sano su una base quotidiana. Offre una serie di soluzioni efficaci ed integra tutti gli esperti nel campo della medicina dentale.
La medicina dentale estetica comprende:
sbiancamento dei denti
faccette
corone senza metallo
gengivoplastica – chirurgia plastica delle gengive
otturazioni in composito estetico
pulizia professionale dei denti e lucidatura
applicazione dei gioielli dentali
Il nostro team di esperti di Dental One ti fornirà un sorriso meraviglioso e una maggiore autostima usando le abilità artistiche e la tecnologia all’avanguardia offerta dalla medicina dentale moderna.
In molti casi il dolore, il mal di testa e gli altri sintomi associati ai disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare possono migliorare se trattati precocemente. La fisioterapia ricerca l’equilibrio tra mandibola e capo attraverso una rieducazione muscolare e articolare che si avvale di particolari trattamenti manuali finalizzati alla gestione e/o risoluzione del dolore, al recupero della funzione articolare e muscolare del sistema masticatorio e cervicale e alla correzione posturale. Ricordiamo che i primi sintomi a carico dell’ATM sono leggeri e solamente funzionali, ma non devono essere sottovalutati in quanto possono poi accentuarsi fino a provocare modificazioni strutturali della stessa articolazione e disfunzioni a diversi livelli dell’organismo; le ATM, infatti, non devono essere considerate a sé stanti ma come strutture facenti parte del complesso sistema masticatorio, considerato come unità funzionale fisiologica, in cui sono integrati numerosi meccanismi che influiscono sul corretto funzionamento del sistema in toto, ovvero va sottolineato come anche i disturbi digestivi sono legati ad una masticazione scorretta dovuta ad un difetto di allineamento dei denti.
Ancora una volta la funzione più importante dell’apparato stomatognatico si dimostra ancora oggi quella di masticare!
I nostri denti non hanno solo una funzione masticatoria, ma anche sensitiva infatti continuano ad informare il cervello (insieme ad altre strutture) sulla posizione della bocca; il cervello elabora queste preziose informazioni e restituisce una risposta motoria che ci permette di usare i nostri muscoli in modo coordinato quando mangiamo o parliamo per esempio. Nel momento in cui per ragioni odontoiatriche è necessario cambiare l’appoggio dentale è possibile che anche la muscolatura ne risenta.
In DENTAL ONE è possibile fare una valutazione funzionale della muscolatura masticatoria e cervicale che si inserisce nel percorso odontoiatrico , inoltre, dove indicato, viene prescritto un programma di rieducazione muscolare attraverso esercizi e manipolazioni.
Il piano di lavoro che coinvolge congiuntamente Osteopatia e Gnatologia ha un obiettivo ben preciso: si cerca attraverso la manipolazione della colonna e del distretto cranio-facciale di correggere le deviazioni del baricentro che generano le deviazioni masticatorie e successivamente si applica un sistema di centratura della mandibola (bite) che aiuta la bocca a guarire dalle alterazioni create dall’errata masticazione.
Senza questo approccio congiunto non sarebbe possibile correggere durevolmente i problemi sopracitati, ma la osteopatia odontoiatrica rischierebbe di essere esclusivamente un sistema di ridurre temporaneamente i sintomi.
L’appoggio dentale influisce in modo rilevante sul tono (tensione a riposo) e sulla funzionalità (capacità di contrazione) della muscolatura facciale ed in alcuni casi cervicale.
Nei disordini temporo mandibolari vengono interessate strutture di diversa natura: le articolazioni (ATM) che possono avere un movimento limitato o rumoroso; i muscoli spesso contratti per lunghi periodi di tempo; i denti che nei casi più gravi si usurano. Data la complessità degli elementi coinvolti, è da preferire un approccio multidisciplinare al fine di curare il paziente da tutti i punti di vista.
In quest’ottica la stretta collaborazione tra la Dottor Giorgio Magnano (Gnatologo) e il fisoterapista, è un punto di forza prezioso per le nostre cliniche , infatti in fase di consegna del bite viene svolta una valutazione congiunta del distretto cranio-cervicale che consiste in un vero e proprio “BILANCIAMENTO MUSCOLARE” del bite. In seguito, quando indicato , attraverso precise manipolazioni si ristabilisce una corretta funzione muscolare e si aumenta la mobilità articolare dove possibile.
In secondo luogo, tramite esercizi mirati, migliora la forza ed il coordinamento (propriocezione) delle strutture muscolari. Agendo principalmente su questi elementi si attua una vera e propria rieducazione del sistema masticatorio e cervicale, che quindi riacquista una migliore funzionalità.
Le patologie che possono colpire la bocca sono numerose e tra queste una condizione molto comune è quella del colletto dentale scoperto in cui, la parte dentale che si trova tra dente e gengiva, si scopre rendendo quella zona della bocca particolarmente sensibile.
Ad essere colpiti da questa patologia sono normalmente i canini e gli incisivi, ma anche gli altri denti possono essere soggetti a rimanere scoperti vicino alla gengiva.
Sintomi del colletto dentale scoperto
ipersensibilità dentinale
dolore alle gengive
Denti che sembrano più lunghi o più grandi
Processi cariogeni
alitosi
Arrossamento e sanguinamento gengivale
Mobilità dei denti durante la masticazione
La retrazione gengivale con conseguente colletto dentale scoperto è una patologia che si manifesta gradualmente ed è preceduta da una serie di sintomi e segnali molto importanti, a volte sottovalutati.
Il sintomo principale è sicuramente una sensibilità dentale che si manifesta con un dolore acuto e persistente quando si assumono cibi o bevande troppo caldi o freddi o quando si lavano i denti.
Anche il dolore alle gengive è un sintomo classico del colletto dentale scoperto e si presenta proprio nel punto in cui la gengiva inizia a ritirarsi.
Oltre al dolore, però, la recessione gengivale genera anche un effetto ottico per cui i denti appaiono più allungati o più grandi.
Altri sintomi sono la formazione di carie e l’alitosi, che spesso è il primo segnale di molte infiammazioni dentali tra cui proprio la retrazione delle gengive.
Con questa patologia le gengive diventano più sensibili e più soggette al sanguinamento, soprattutto quando si lavano i denti, e diventa anche più difficile mangiare perché i denti risultano meno saldi.
Cause del colletto dentale scoperto
retrazione gengivale
Predisposizione genetica
Fenotipo gengivale
Piercing
Bruxismo
Disturbi alimentari
Infezione alle gengive
Scarsa o scorretta igiene orale
Parodontite
La causa principale di questa patologia è appunto la retrazione gengivale, o recessione gengivale, che consiste nello spostamento della gengiva verso la radice del dente lasciando così parte del cemento radicolare scoperto.
Può verificarsi in caso di predisposizione genetica alla malattia o per la struttura della gengiva stessa, per cui può manifestarsi nonostante le precauzioni.
In caso di presenza di un piercing al labbro o alla lingua si può incorrere nel colletto dentale scoperto che, irritato e danneggiato dal piercing, inizia piano piano a recedere.
Anche il bruxismo, patologia che porta a digrignare e serrare i denti involontariamente, può portare allo stesso risultato.
Soggette a retrazione delle gengive sono anche le persone che soffrono di disturbi alimentari come anoressia e bulimia, patologie che inducono chi ne soffre a vomitare anche più volte al giorno. L’acidità dei succhi gastrici causa un processo di erosione che danneggia non solo lo smalto dei denti ma anche il colletto dentale, inducendolo quindi a ritirarsi.
In generale anche le infezioni alle gengive causate dai batteri possono incidere sul colletto dentale scoperto in quanto, i fibroplasti responsabili della compattezza dei tessuti, cominciano a degenerarsi facendo ritirare le gengive.
Le cause scatenanti più comuni dei colletti dentali scoperti comunque rimangono l’uso scorretto dello spazzolino e la parodontite.
Un utilizzo sbagliato dello spazzolino (per esempio spazzolare i denti troppo energicamente) o di uno spazzolino a setole dure può corrodere il tessuto gengivale e rendere i denti sensibili.
In caso di infiammazione gengivale, invece, la causa più probabile è la parodontite, conosciuta anche con il nome di piorrea una malattia che colpisce tutto l’apparato di sostegno del dente che comprende osso, gengiva e legamento parodontale.
Nel momento in cui si sviluppa la piorrea i tessuti che sostengono il dente si infiammano in maniera così aggressiva che rischiano di essere distrutti e, se non si interviene prontamente, gengiva e osso rischiano di rovinarsi al punto di iniziare a recedere fino a causare la perdita dei denti.
In caso di parodontite, lo stato infiammatorio si verifica a causa della presenza della placca batterica nel solco gengivale che si forma in seguito ad una scorretta cura orale che va ad intaccare la salute non solo della bocca ma anche del resto dell’organismo.
Rimedi per il colletto dentale scoperto
Otturazione in composito
Faccette in ceramica
Intervento chirurgico
Per risolvere il problema del colletto dentale scoperto si può ricorrere a strade diverse in base alla gravità della patologia.
Si può ricorrere per esempio all’otturazione in composito dei colletti dentali scoperti, operazione che viene eseguita con una tecnica adesiva.
Altrimenti si possono applicare delle faccette in ceramica, sottili lamine in ceramica dello spessore di 0,7 mm che vengono applicate sulla superficie dei denti così da modificarne forma, colore, lunghezza e posizione ed hanno lo scopo di coprire la superficie del dente.
L’opzione più importante invece, destinata ai casi più gravi, è quello di effettuare un intervento di chirurgia che serve a riportare le gengive ritirate alla loro posizione originale, facendola scorrere, ed eventualmente applicando un innesto per aumentarne lo spessore.
Cos’è? L’ortopantomografia (nota anche come radiografia panoramica delle arcate dentarie) è una tecnica radiografica che fornisce un’immagine dei denti , delle arcate dentarie, delle ossa mandibolari e mascellari, dei seni mascellari su un’unica pellicola radiografica. L’esame permette inoltre di eseguire delle specifiche radiografie delle articolazioni temporo mandibolari , vale a dire di quelle strutture con cui la mandibola entra in articolazione con l’ osso temporale permettendo i movimenti di apertura e di chiusura della bocca.
A cosa serve? È l’esame richiesto per avere una visualizzazione generale dello stato odontoiatrico del paziente e risulta molto utile per indagare eventuali carie, lesioni periapicali e tasche gengivali di relativa importanza.
Come si fa? La tecnica di esecuzione prevede che il paziente, in posizione eretta, venga interposto tra il tubo radiogeno ed il detettore; la testa verrà immobilizzata (attraverso un poggiamento ed un poggiafronte); verrà chiesto al paziente di mordere l’apposita scalanatura e di posizionare l’arcata dentaria superiore ed inferiore in parallelo; le mani verranno posizionate su due maniglie rigide per consentire al paziente di assumere una posizione definita a “sciatore d’acqua” portando i piedi in avanti ed il busto indietro. È molto importante tenere le spalla basse e rimanere immobili soprattutto con la lingua ed i denti; durante l’acquisizione l’apparecchio effettuerà una rotazione di 180° gradi attorno al paziente per formare un’immagine bidimensionale di entrambe le arcate dentarie. L’immagine prodotta verrà visualizzata su un monitor digitale e successivamente refertata in modo dettagliato e preciso dal medico radiologo.
Quanto tempo ci vuole? L’ortopantomografia (OPT) delle arcate dentarie superiori ed inferiori, dal posizionamento del paziente all’acquisizione della immagine, ha una durata di circa 10 minuti.
Ci sono delle controindicazioni nell’esecuzione dell’opt? La radiografia delle arcate dentarie superiori ed inferiori, considerato l’impiego di radiazioni ionizzanti (in ogni modo molto basse), è assolutamente sconsigliata per le donne in presunto o accertato stato di gravidanza ad eccezione che tale esame sia imprescindibile per salvaguardare lo stato di salute della donna e dopo aver sentito il parere del Radiologo e del Ginecologo. L’ OPT non è un esame invasivo e non richiede alcun tipo di preparazione.
Dove si può fare? Questa tecnica di indagine è disponibile in ambulatorio radiologico o odontoiatrico.
La figura della fatina dei denti come la conosciamo è una favola abbastanza moderna, in realtà è un mito che affonda le sue radici in diversi secoli di storie. Infatti attraverso i secoli sono stati raccontati e tramandate molte leggende, miti e tradizioni diverse circa la perdita dei denti da latte.
L’origine di questa creatura prende spunto dall’Inghilterra e affonda le sue radici nel periodo in cui, per tradizione, si era soliti seppellire i dentini da latte che cadevano ai bambini. Alla perdita del sesto dente, i genitori per tradizione dovevano fare al figlio un dono, ma di nascosto. Questo dono, solitamente, consisteva nel mettere del denaro sotto il cuscino. Ovviamente, al bambino, veniva raccontato che a mettere questo dono sotto il cuscino era la fatina dei denti: una creatura magica conosciuta, nel mondo anglosassone, come “tooth fairy”.
In altre parti del mondo è molto diffusa, invece, la figura del topolino. Anche questa favola viene tramandata per leggenda e affonda le radici nella Spagna della fine del XIX secoloIn quell’epoca, il futuro re Alfonso XIII, era un bambino molto viziato e tormentato da alcune paranoie derivate dalla sua salute cagionevole. Infatti, il piccolo Alfonso, quando perse il suo primo dente da latte a 8 anni, si convinse di essere malato. La madre allora, per tranquillizzarlo, chiese allo scrittore Luis Coloma di scrivere un racconto sulla storia di suo figlio. E così che nacque il topolino Ratoncito Pérez, che nella storia faceva al bimbo un dono per ogni dentino caduto.Un giorno, alla vista di un bambino molto povero, invece del dono il topolino gli lasciò un soldino, come aiuto. Da qui si diffuse la leggenda del topolino dei denti che lasciava un soldino sotto il cuscino di ogni bambino con un dentino caduto.
E’ un personaggio conosciuto e celebrato dai bambini di tutto il mondo e la sua leggenda varia, così come varia il modo di celebrarla, in tutto il mondo. I bambini in Afghanistan seppelliscono i denti persi nella tana di un topo. In Turchia i genitori del bambino seppelliscono i denti da latte dei loro figli in un posto che pensano porterà al successo dei loro figli. Nel paese del Sud Africa, un dente perso viene posto in una pantofola ed è qui che la fatina, in questo paese dalle sembianze di topolino lo preleverà in cambio di una moneta. In molti paesi, come India, Vietnam, Giappone, Corea e Cina, le persone lanciano il dente sopra il tetto. Questa tradizione era già nota secoli addietro in alcuni paesi del Medio Oriente. In Argentina, i bambini appoggiano i denti mancanti in un bicchiere vicino al loro letto e sperano di ricevere una moneta o una caramella al suo posto. Invece in Messico è di uso comune mettere un dente da latte perso in una piccola scatola accanto al letto di un bambino. La leggenda vuole che un topo magico arriverà a raccogliere il dente e lascerà dietro di sé alcune monete.
Se un ponte dentale stabile per anni dovesse staccarsi improvvisamente la cosa migliore è andare subito dal dentista per capire il da farsi. La causa del distacco può dipendere dal cemento (inadeguato o imperfezioni avvenute durante la cementazione precedente), dalla protesi (elementi in estensione, non precisione delle chiusure) o dai monconi (poca ritenzione, rovinati da processi cariosi, fratturati per traumi o sovraccarichi).
Quali tipi di cemento vengono utilizzati per fissare una corona? Un ponte dentale cementato può esserlo in modo permanente o provvisorio a seconda delle esigenze e delle situazioni. Per la cementazione definitiva, i cementi più utilizzati sono cemento ossifosfato e ionomeri di vetro, per la provvisoria cementi all’ossido di zinco con o senza eugenolo. Indipendentemente da quale sia il materiale che viene utilizzato nel cavo orale non è tossico o comunque nocivo per denti e tessuti circostanti. Si consideri inoltre che il cemento dentale ha anche la possibilità di inibire la formazione di carie in quanto l’accumulo di placca dipende direttamente dalla capacità del cemento di allontanare i microrganismi dall’interfaccia del restauro. I materiali di cementazione migliori conservano stabilità nel tempo in quanto un sottile strato di cemento resterà costantemente esposto all’ambiente orale e quindi all’azione di acidi e all’azione meccanica di spazzolino e detriti di cibo.
Quali sono le procedure e qual’ è la funzione della cementazione? Prima di cementare un ponte dentale definitivamente, è buona norma che il paziente indossi il ponte o la corona temporaneamente cementati per alcune settimane. In questa tecnica è importante che la gengiva sia sana e che il moncone sia pulito, asciutto e disinfettato. Dopodiche si procede con il cambio di cemento, da provvisorio a definitivo; viene rimosso il cemento temporaneo da moncone dentale e corone , vengono asciugati , si applica il cemento all’interno della cavità del manufatto e si posiziona sui monconi fino a completo indurimento. Sarà scrupolo dell’odontoiatra rimuovere gli eccessi di cemento nei bordi gengivali e interprossimali . Quando si parla di ponte dentale cementato è bene anche ricordare che potrebbe esserci una certa sensibilità nei denti dopo la cementazione finale, che generalmente scompare in pochi giorni. La funzione principale per la quale sono stati progettati i cementi ad uso odontoiatrico impiegati in protesi fissa è quella di stabilire, mantenere e incrementare la ritenzione del restauro conservandone però l’integrità. Il cemento occupa lo spazio esistente tra il restauro e il dente.
“Diastema” è un termine medico che indica la presenza di uno spazio largo e vistoso tra due denti contigui. Tipico dei denti incisivi superiori, il diastema appare come un grosso buco nero tra i denti, che a seconda dei gusti e della gravità dona dolcezza e simpatia al sorriso, o ne peggiora l’estetica.
DA COSA E’ CAUSATO? Si ritiene possibile che il diastema si verifichi in presenza di una sproporzione tra la dimensione dei denti e della mascella. Per questa ragione, si vengono a creare uno o più spazi tra denti vicini, che prendono appunto il nome di diastemi. Un’altra ipotetica causa di diastemi va ricercata nella lunghezza e nello spessore del frenulo gengivale, il sottile lembo di tessuto che collega le labbra con la gengiva. Quando il frenulo gengivale è molto pronunciato e presenta un’attaccatura molto bassa, la sua inserzione fibrosa può ostacolare la tendenza all’avvicinamento spontaneo degli elementi dentali (incisivi). Nei bambini piccoli, pare che la cattiva abitudine di succhiarsi il pollice possa in qualche modo contribuire alla formazione di diastemi nei dentini da latte.
COME RIMEDIARE? Non è detto che tutti i diastemi debbano essere richiusi mediante un intervento dentistico correttivo: al di fuori del disagio estetico, infatti, molti di questi non creano alcun danno patologico alla dentatura. Spetta dunque al dentista decidere come procedere dinanzi ad un diastema. Le opzioni sono:
Conservare il diastema così com’è: scelta adeguata quando il solco tra i due incisivi non riflette una condizione morbosa e non crea disagio al paziente.
Trattamento ortodontico per allineare i denti: questo intervento di prima linea per richiudere il diastema consiste nell’applicazione di un apparecchio, fisso o mobile, sui denti. I risultati, purtroppo, non sono immediati. L’intervento di ortodonzia è più indicato per i giovani pazienti.
Trattamento “riempitivo” con le faccette estetiche : questo intervento amplifica la dimensione dei denti, rendendoli visibilmente più grandi. Le faccette in ceramica sono sottili lamine che vengono letteralmente incollate sulla superficie esterna dei denti: trovano indicazione nel trattamento di denti rotti, scheggiati, dicromici e per la correzione dei diastemi. Precisamente, in quest’ultimo caso, le faccette estetiche vengono fatte aderire alla superficie di due denti divisi da un diastema: aumentando di superficie, questi denti vengono perfettamente allineati, in modo da riempire il solco. Questa opzione è adatta per i diastemi che superano il millimetro di larghezza.
Copertura/sostituzione del dente con corone (capsule) : quando i denti che delimitano un diastema sono cariati o compromessi e non appartengono ad un giovanissimo, il rimedio più opportuno è il trattamento dell’infezione, otturazione e/o devitalizzazione seguito da un incapsulamento del dente con corone artificiali in ceramica o in zirconio.
Impianti dentali : strategie d’intervento piuttosto drastiche per la chiusura di un diastema. Gli impianti dentali possono essere eseguiti esclusivamente negli adulti, soprattutto in presenza di denti cariati o profondamente infetti.
Il colore dei denti di ciascun individuo è una caratteristica strettamente individuale e unica. Non tutte le persone, infatti, presentano una dentatura di colore bianco candido. Molte persone, ad esempio, possiedono una colorazione dei denti che tende naturalmente ai toni del giallo, così come vi sono individui i cui denti possiedono una colorazione che tende al grigio. Avere i denti gialli o di una cromia più carica rispetto al tanto desiderato candore non è sempre sinonimo di scarsa igiene orale…
COSA FAVORISCE L’INGIALLIMENTO DEI DENTI? L’ingiallimento dei denti riconosce numerose e differenti cause d’origine, non sempre facilmente individuabili. Anche una persona meticolosa e devota all’igiene orale, per esempio, può notare antiestetiche e sgraziate macchie gialle sui propri denti. Questo perché i pigmenti contenuti in alcuni alimenti (come liquirizia, caffè, tè, cioccolato e caramello) e bibite colorate possono fissarsi negli strati superficiali dello smalto o, addirittura, spingersi in profondità sino alla dentina. Similmente, anche il tabacco da masticare può favorire un progressivo ingiallimento della superficie del dente. Per non parlare, poi, del fumo di sigaretta: l’accostamento “denti gialli-fumatore” è oramai universalmente noto. L’ingiallimento dentale può anche esser conseguenza di depositi di placca e tartaro. Anche i processi cariogeni rientrano nella lista dei possibili imputati dei denti gialli: nello stadio iniziale, le carie si manifestano sotto forma di piccole macchie gialle sul dente danneggiato. A tal proposito, ricordiamo che una scorretta igiene orale, oltre a favorire chiaramente la formazione di carie, può anche essere causa di denti gialli. In ultimo, l’avanzamento dell’età favorisce un’alterazione cromatica dei denti, il cui colore tende spesso a sfumare dal giallo pallido al marroncino. Ad ogni modo, è doveroso sottolineare che il colore dei denti è geneticamente predisposto, ed è influenzato sia dallo spessore dello smalto, sia dalla dentina sottostante.
COME RIMEDIARE? Dopo aver assunto caffè, liquirizia od altri cibi “nemici” dei denti, si consiglia di ricorrere immediatamente al dentifricio e allo spazzolino. Per la prevenzione dei denti gialli, si raccomanda sempre e comunque un’accurata igiene dentale quotidiana (utilizzare spazzolino e dentifricio almeno tre volte al giorno, e filo interdentale una volta al giorno) e professionale dal dentista di fiducia (ogni 6 mesi). E’ ,inoltre, possibile avvalersi di tecniche di sbiancamento professionale eseguite dai dentisti e igienisti: 1-Bleaching professionale con perossido di idrogeno al 35-38% o con bicarbonato di sodio (deve essere eseguito dall’odontoiatra o igienista). 2- Applicazione di mascherine personalizzate in silicone morbido contenenti perossido di carbammide (altro agente sbiancante).