Lo smalto dentale che ricopre i nostri denti è il tessuto più duro dell’organismo è secondo solo dopo al diamante.
In media il tempo impiegato da ogni persona per lavarsi i denti nell’arco della vita è di 40 giorni.
Un cubetto di formaggio dopo il pranzo, aiuta a prevenire le carie. Perché vi domanderete? Questo procedimento si attua soprattutto dopo aver mangiato cibi acidi, il formaggio rende la saliva più alcalina, diminuendo così l’erosione dentale e il rischio di carie.
Il dente più costoso? Sicuramente il dente di Isaac Newton! Infatti agli inizi del 1800 è stato venduto a Londra per una cifra che oggi corrisponderebbe a più di 35.000 dollari.
L’igiene dentale ha origini antichissime, infatti i primi antenati del dentifricio risalgono a quasi 5.000 anni fa, così come i primi spazzolini da denti.
La seduta dal dentista può essere meno dolorosa se coniugata a delle sedute di agopuntura, in grado di risolvere diversi disturbi muscolari e articolari oltre che stati d’ansia e attacchi di panico.
Il popolo Inca la sapeva lunga sul mal di denti. Un buon rimedio era masticare una pianta tropicale chiamata “Alcamella”, nota anche con il nome di “Crescione di Para”, oggetto di studio delle maggiori case farmaceutiche.
Dove si può visitare un museo dentale? Sicuramente a Londra al “British Dental Association Museum”. A Torino invece si trova il Museo di Odontoiatria dell’Università degli Studi di Torino, mentre a Lione si può visitare il Musèe de Chirurgie Dentarie. La lista sarebbe ancora lunga, ma questi sono i 3 principali!
Quando nascono i denti? Nonostante la dentizione nei neonati cominci a manifestarsi solo dopo il sesto mese di vita, in realtà i denti cominciano a formarsi nel feto già intorno alla dodicesima settimana di gravidanza.
Ultima curiosità, riguarda la protettrice dei dentisti. Secondo la tradizione, tra i martiri cristiani la patrona dei dentisti è: Santa Apollonia, la quale per non rinunciare alla propria fede subì diverse torture, tra cui l’estrapolazione dei denti con le tenaglie. La ricorrenza in cui si festeggia questa ricorrenza cade il 9 Febbraio.
Il brillantino ai denti è un elemento estetico che si applica sullo smalto dei denti, di solito su incisivi centrali e laterali superiori, applicato per dare un tocco in più al sorriso. Si inserisce a destra o a sinistra, in base ai gusti personali, e se l’applicazione viene eseguita da un professionista non comporta alcun rischio per il dente.
Infatti può essere tolto in qualsiasi momento senza danni allo smalto, e può durare per molto tempo.
Oggi avere un bel sorriso è molto semplice. Spesso è sufficiente sottoporsi a sedute di sbiancamento dentale professionale, applicare delle faccette se si vogliono migliorare difetti estetici dello smalto o di posizione come un piccolo diastema ,mettere un apparecchio invisibile per raddrizzare denti o correggere problemi di malocclusione dentaria.
Un ulteriore vezzo che si concedono in molti per rendere il sorriso ancora più luminoso e magnetico è l’applicazione di un brillantino al dente, uno strass applicato sullo smalto che negli ultimi anni è diventato uno degli accessori dentali più utilizzati in odontoiatria estetica.
Forse non tutti sanno che quella di abbellire il proprio sorriso con piercing dentale è storia vecchia. Già migliaia di anni fa, si faceva largamente uso di decorazioni da applicare sui denti durante rituali religiosi, per affermare il proprio rango sociale, ma anche per scopi esclusivamente funzionali come riscontrato tra gli etruschi e gli egiziani.
4.000 anni fa i giapponesi ricoprivano i loro denti con l’Ohagul, una lacca a base di acetato ferroso e acido tannico, per denotare l’appartenenza a classi nobili, mentre i Maya bucavano i denti e li otturavano con intarsi di giada per una questione puramente estetica.
Come si applica il brillantino sul dente
Il brillantino dentale, generalmente, è un piccolo cristallo , che può avere diverse forme e colori. Esso viene applicato sulla superficie esterna del dente, in genere su uno degli incisivi laterali superiori.
Dopo aver pulito e isolato il dente con una diga di gomma, il brillantino viene incollato sulla superficie del dente con un composito fluido che dopo essere stato fotopolimerizzato garantisce la durata e la stabilità nel tempo dello strass.
Attaccare il brillantino fa male?
Mettere un brillantino sul dente non è doloroso perché l’applicazione del cristallo prevede una procedura adesiva che prevede la mordenzatura dello smalto nella zona di adesione. Tale procedura mini invasiva è la stessa che si esegue quando si montano gli attacchi dentali per un trattamento ortodontico.
Vi consigliamo di rivolgertvi a professionisti che operano in studi dentistici, come un odontoiatra o un igienista dentale.
Oltre ad operare in un ambiente igienicamente idoneo e ad utilizzare strumenti sterilizzati, conoscono alla perfezione l’anatomia del dente e riescono facilmente ad evitare possibili danni alla superficie dello smalto.
Lo scheletrato dentale è una protesi parziale rimovibile molto utilizzata soprattutto grazie all’ottimo rapporto qualità/prezzo. La protesi rimovibile può e deve essere rimossa spesso dalla bocca, soprattutto dopo i pasti per praticare una corretta igiene orale. Rappresenta una valida alternativa all’ implantologia (in caso di impossibilità dovuta a motivazioni cliniche). Viene utilizzata per la riabilitazione di un’edentuliaparziale, cioè quando sono presenti ancora alcuni elementi dentali che vengono impiegati come supporto alla protesi.
Lo scheletrato è una struttura in lega di metallo (cromo, cobalto, molibdeno) che viene agganciata ai denti naturali tramite appositi ganci oppure vengono posizionati degli attacchi di precisione a delle corone posizionate sui denti.
Da cosa è formato uno scheletrato dentale?
Uno scheletrato dentale è composto da alcuni elementi principali:
struttura portante di metallo
ganci in metallo
gengiva finta (flangia rosa)
denti protesici
Struttura portante in metallo
La struttura principale dello scheletrato è rappresentata da una sottile barra di metallo che serve a dare maggiore stabilità alla protesi che viene fissata all’interno del cavo orale del paziente.
Ganci in metallo
I ganci vengono modellati dall’odontotecnico per avvolgere i denti portanti e possono essere di due tipologie: invisibili o visibili.
Gengiva finta
La gengiva finta (flangia rosa) ha lo scopo di nascondere il supporto di metallo e, dunque, migliorare l’estetica.
Denti protesici
I denti protesici vengono realizzati di un colore il più simile possibile ai denti naturali residui e sono costruiti utilizzando generalmente composito e resina. L’obiettivo della protesi dentale rimovibile non è la sola sostituzione degli elementi mancanti ma anche la preservazione della salute di tutti gli altri elementi del sistema masticatorio.
Quali sono i vantaggi?
Uno dei vantaggi è sicuramente il prezzo, molto più conveniente rispetto a una protesi fissa, anche se può variare a seconda di numerosi fattori (numero di elementi dentali da sostituire, quantità e tipo di ganci ecc.). Un altro vantaggio è la rapiditàdi esecuzione del trattamento, infatti basta semplicemente prendere l’impronta e sarà possibile modellare la protesi.
Quali sono gli svantaggi?
Lo svantaggio è che questo tipo di protesi necessita di essere rimossa durante le abituali manovre igieniche. Inoltre c’è il fattore estetico, infatti i ganci o gli attacchi potrebbero risultare visibili se i denti di appoggio sono anteriori. Le protesi dentarie rimovibili sono pur sempre un corpo estraneo e quindi necessitano di un’accurata igiene quotidiana. Per questo è opportuno seguire sempre i consigli del proprio dentista ed effettuare periodici controlli.
Il Bruxismo è un’involontaria contrazione dei muscoli facciali normalmente utilizzati per masticare. Questa contrazione porta a digrignare i denti sfregando tra loro le due arcate dentarie oppure stringendo con forza eccessiva le mascelle.
Nella maggior parte dei casi, il bruxismo si verifica durante il sonno e, in conseguenza delle situazioni particolari che genera, può portare a soffrire di emicrania, causare dolori alla mandibola e più in generale causare un’usura anomala ed eccessiva dei denti.
Quali sono le cause del bruxismo?
Gli studi effettuati sulla patologia, non hanno portato a definire un’unica causa principale che possa generare il bruxismo. Al contrario, spesso è il prodotto di una serie di fattori che, sommati tra loro portano al disturbo.
I principali sono:
Ansia
Stress
Problemi emotivi
Disturbi del sonno
Malocclusioni dentarie (cioè un allineamento non perfetto tra le due arcate)
Evoluzioni a livello muscolare di malattie neurodegenerative
Fumo
Alcol
Caffeina
Droghe
Quando presente a livello infantile, invece, può essere causato da un tentativo di alleviare il dolore causato da mal di denti od otiti.
Quali sono i sintomi del bruxismo?
Aumento della sensibilità dovuta alla perdita dello strato di smalto
Lesioni ed usura di uno o più denti
Dolori diffusi al capo (mascella, orecchie, testa, muscoli normalmente coinvolti nel processo di masticazione)
É possibile prevenire il bruxismo?
La prevenzione, in linea teorica, è molto semplice, ma richiede attenzione e forza di volontà. Vanno infatti ridotti tutti i potenziali fattori scatenanti:
Ridurre il livello di stress (a seconda della persona è consigliabile ascoltare musica, fare regolarmente attività fisica anche in maniera leggera, concedersi ogni tanto un bagno caldo, ecc. ecc.)
Ridurre il consumo di alcolici
Se possibile evitare di assumere dopo cena bevande contenenti caffeina (caffè, te)
La diagnosi
Una diagnosi preliminare può essere fatta dall’odontoiatra già durante la periodica visita di controllo dello stato di salute della bocca. In questa occasione verranno valutate l’usura dei denti, eventuali loro lesioni e la presenza di un’eccessiva sensibilità dei muscoli della mascella.
Qualora lo ritenga opportuno, l’odontoiatra potrà avvalersi di esami più specifici:
Ortopantomografia (più comunemente nota come panoramica), per valutare eventuali malocclusioni.
Polisonnografia un esame specialistico per verificare l’andamento del riposo notturno che viene eseguito da un medico esperto di Medicina e Igiene del sonno.
Il trattamento per il bruxismo
Il trattamento del bruxismo si distingue sostanzialmente in tre diverse aree:
Utilizzo di un bite (un paradenti specificamente realizzato sulla base dell’impronta dentale del paziente) da utilizzare durante il sonno per evitare lo sfregamento dei denti.
Utilizzo di tecniche di rilassamento, per i semplici casi di stress. In casi più gravi che vanno a intaccare la sfera emotiva/psicologica del paziente, è consigliabile il ricorso alla psicoterapia
Cure ortodontiche che vadano a correggere eventuali malocclusioni
L’implantologia è un ramo dell’odontoiatria che tratta specificamente della sostituzione di elementi dentari mancanti tramite gli impianti dentali.
È una specializzazione abbastanza recente: fino a pochi anni fa la soluzione adottata per risolvere la mancanza dei denti era fondamentalmente il ricorso a protesi dentali, come ponti o dentiere.
L’implantologia è sicuramente una soluzione più efficace nel lungo periodo, che difficilmente porterà fastidi, al contrario delle protesi mobili.
2. Cos’è un impianto dentale?
L’impianto è una radice artificiale in titanio che viene ancorata all’osso e che funziona come supporto a singoli denti, a gruppi di denti o per una protesi completa.
3. Cos’è il carico immediato?
Per implantologia a carico immediato intendiamo i casi in cui è possibile posizionare sia l’impianto (ovvero la vite che viene inserita nella mascella o nella mandibola) che il manufatto protesico (ossia il dente artificiale) nella stessa seduta. Solitamente, invece, tra la collocazione dell’impianto e l’applicazione del carico si deve attendere dalle 4 alle 12 settimane.
Spesso erroneamente si crede che si possa andare dal dentista ed inserire impianti e protesi a carico immediato in poche ore, ma questo risulta impossibile poiché sono sempre necessarie diverse sedute per la realizzazione della protesi e per la pianificazione dell’intervento.
4. Quando si mette l’impianto dentale?
Si inserisce un impianto dentale nel momento in cui il dente è già caduto o nei casi in cui i pazienti presentano carie profonde, devitalizzazioni o danni parodontali gravi e non si può agire per salvare il dente naturale.
Quando è possibile, è sempre meglio mantenere il proprio dente, il quale possedendo intorno il legamento parodontale, oltre a fornirci una sensibilità maggiore quando mangiamo, impedisce la perdita di osso intorno ad esso. Perdita che invece avviene e prosegue negli anni quando inseriamo un impianto.
5. Come si svolge un intervento di implantologia?
Prima dell’intervento il paziente deve seguire una terapia con antibiotici e antinfiammatori per annullare la possibilità di infezioni.
L’intervento viene svolto in anestesia locale e dura circa 30 minuti. Non si tratta di un processo doloroso, ma per i pazienti odontofobici è possibile ricorrere alla sedazione cosciente.
Dopo alcuni giorni si procede alla rimozione dei punti.
Si passa poi alla fase protesica dopo 3 mesi per l’arcata superiore e un mese e mezzo per l’arcata inferiore, periodo in cui l’osso maturerà intorno all’impianto.
6. Proverò dolore dopo l’intervento?
Durante la fase di guarigione può capitare di provare un lieve dolore che può essere tenuto sotto controllo con comuni antinfiammatori ed antidolorifici.
7. A quale età ci si può sottoporre all’intervento?
Fondamentalmente a tutti i pazienti può essere applicato un impianto dentale; sarà comunque l’odontoiatra a valutare caso per caso e a suggerire altre alternative che ritiene più valide.
L’età non è un fattore incidente, tranne quando si tratta di adolescenti perché in questo caso è necessario aspettare che lo sviluppo osseo sia completo.
8. Quali sono le controindicazioni?
Le controindicazioni all’intervento sono ridotte e prima di effettuare l’intervento infatti, il paziente viene esaminato in modo da capire nello specifico quali e quanti impianti dentali possono essere inseriti. Grazie all’utilizzo di Tac e Panoramiche per la diagnostica direttamente in studio , la DENTAL ONE garantisce un elevato tasso di successo dell’intervento.
Hai deciso di sostituire alcuni denti mancanti e stai cercando la soluzione più idonea? Vorresti ricorrere all’applicazione di un ponte dentale? Non sai quale è la differenza tra impianto e ponte dentale? Il seguente articolo descrive le caratteristiche del ponte dentale, dei materiali con i quali viene costruito e le differenze con gli impianti…
Cos’è un ponte dentale?
E’ una protesi fissa che serve a sostituire i denti mancanti. E’ composto da tre elementi: 2 pilastri, uno mesiale e uno distale e il ponte dentale stesso.
Il pilastro è la struttura sulla quale poggia il ponte dentale ed è costituito dai due denti vicini a quello mancante o da radici artificiali. Nel primo caso i due denti naturali contigui al dente o ai denti mancanti vengono limati in modo da creare lo spazio per inserire una capsula alla quale verrà fissato il ponte dentale.
Nel secondo caso, viene fissato su degli impianti ovvero su delle radici artificiali inserite nell’osso mascellare o mandibolare e sormontate da corone.
Il ponte più corto è quello che va a sostituire un solo dente mancante appoggiandosi al dente davanti e a quello dietro.
I materiali del ponte dentale
Il ponte dentale è una buona soluzione per la sostituzione dei denti mancanti, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Può essere realizzato con diversi materiali tra cui la ceramica.
La ceramica è il materiale più indicato per la realizzazione di protesi dentarie perché estremamente biocompatibile, inoltre garantisce un aspetto molto simile a quello di un dente naturale.
Alternative al ponte dentale fisso
Il ponte dentale è un’ottima soluzione per la sostituzione di denti mancanti, ma si può ottenere questo risultato anche ricorrendo agli impianti dentali. Quest’ultimi sono delle radici artificiali che vengono impiantate nell’osso con la funzione di sorreggere una corona in metallo-ceramica o zirconio-ceramica che va a sostituire il dente mancante.
Ricorrendo ad un impianto dentale si evita di dover limare i denti vicini a quello mancante, operazione necessaria invece per il fissaggio del ponte dentale.
Le differenze sono notevoli: nel primo caso si va ad intervenire nell’osso impiantandovi degli elementi esterni, nel secondo si fissa la protesi sui denti esistenti che vanno limati per essere ridotti di volume e per accogliere le capsule.
Sono due soluzioni per la sostituzione dei denti mancanti che devono essere scelte in base alle esigenze del paziente e alle caratteristiche della sua dentizione.
I denti diritti e regolari così come un’occlusione corretta e stabile sono un dono della natura, che rendono un individuo soddisfatto sia funzionalmente che psicologicamente perché sempre di più è cresciuta rispetto al passato l’attenzione all’estetica del sorriso.
Tuttavia oltre il 50% dei bambini e degli adulti presentano malocclusioni e denti affollati o diastemati (ossia con spaziature), che richiedono un trattamento con apparecchi ortodontici.
MOTIVI PER CUI SI RICORRE AD UN TRATTAMENTO ORTODONTICO
Estetica: spesso è il motivo principale per cui il paziente richiede un trattamento ortodontico e in genere si mettono in rilievo in sede di prima visita anche altre problematiche ortodontiche che il paziente ignorava
Malocclusione e carico masticatorio errato: è la motivazione principale che spinge noi clinici a consigliare un trattamento ortodontico, perché spesso la presenza di malocclusioni può causare segni e sintomi come usure dentali anomale, problemi articolari, problemi parodontali
Prevenzione di carie e parodontopatie: i denti affollati sono più difficili da pulire e si formano nicchie poco accessibili allo spazzolino, dove si depositano placca batterica e tartaro, aumentando notevolmente il rischio di carie rispetto a denti posizionati correttamente ed allineati
Riabilitazioni pre-protesiche: negli adulti spesso ci sono quadri in cui sono stati persi da molti anni degli elementi dentari e quelli presenti si sono spostati in modo da tale da non consentire il posizionamento corretto di impianti o di protesi che sostituiscano i denti mancanti; con il trattamento ortodontico si può ripristinare la corretta posizione dentale, a tutte le età
Problemi fonetici: come nei casi di morso aperto e/o di palato stretto che alterano la posizione della lingua durante la fonazione
DIAGNOSI
Dal momento che ogni caso ortodontico è differente da un altro, è necessario effettuare una corretta diagnosi in modo tale da poter impostar il corretto piano di trattamento, sia che venga effettuato su un paziente in età adolescenziale, sia che venga effettuato su un paziente adulto.
Per fare questo bisogna raccogliere una serie di informazioni:
fotografie dentali e del volto
impronte, cere e arco facciale per il montaggio in articolatore dei modelli in relazione centrica
ortopanoramica
CBCT (Tomografia Cone Beam) per lo studio delle Articolazioni Temporo-mandibolari e per valutare eventuali alterazioni presenti nei mascellari
analisi cefalometrica
Dall’analisi di questi records è possibile impostare il corretto piano di trattamento ortodontico che verrà esposto al paziente prima di iniziare la cura.
EPOCA DI INIZIO DI UN TRATTAMENTO ORTODONTICO
Un trattamento ortodontico si può iniziare quando erompono in arcata i secondi molari (in genere intorno ai 12 anni di età) e, contrariamente a quanto si pensi, a partire da allora può essere effettuato a tutte le età!
FUNZIONAMENTO DEGLI APPARECCHI FISSI
Gli apparecchi fissi degli apparecchi ortodontici detti multibande con attacchi o bracket che vengono fissati sui denti e collegati tra loro con fili metallici che vengono piegati individualmente e poi sostituiti periodicamente dall’ortodontista (gli appuntamenti in genere sono ogni 4-6 settimane).
Gli archi metallici generano delle forze che vengono trasmesse sui denti, spostandoli nella posizione desiderata in un tempo definito a seguito dello studio del caso ortodontico. Indipendentemente dalla collaborazione del paziente l’apparecchio è attivo 24 ore al giorno e la sua efficacia non è legata all’età, funzionando allo stesso modo sia nell’adulto che nel bambino.
L’apparecchio ortodontico non è doloroso; nei primi giorni dall’applicazione si avverte una tensione nei denti (la sensazione è quella di una dolenzia ai muscoli quando si riprende a fare sport dopo un periodo di inattività), ma sono sempre dolenzie provocate, come nella masticazione, mai spontanee e, in ogni caso, tutti questi sintomi scompaiono dopo pochi giorni e, passata la fase di assestamento, l’apparecchio è ben tollerato.
E per chi non ama “il sorriso metallico” esistono soluzioni più estetiche come gli attacchi in ceramica, che sono senza dubbio meno evidenti.
Che cos’ è? E’ una tecnica che consiste nel riempimento della cavità chesi viene a formare all’interno di un dente in seguito alla rimozione del tessuto dentale cariato.
Quali tipologie di otturazioni esistono? L’otturazione più diffusa è quella in composito. Generalmente, si sceglie questo materiale perché permette di realizzare l’otturazione nello stesso colore del dente naturale. Questo tipo di materiale è composto da particelle di resina composita e viene inserito nella cavità del dente subito dopo la rimozione del tessuto cariato. Un’altra tecnica utilizzata, in caso di carie molto estese, è l’intarsio. L’intarsio è costituito da materiale biocompatibile di elevato pregio estetico oltre ad essere maggiormente resistente nel tempo.
Quali sono le fasi per fare un’otturazione? Si procede con l’anestesia locale al dente cariato, in modo da non provocare dolore al paziente durante l’operazione, e si attendono alcuni minuti per dare tempo all’anestetico di fare effetto, si elimina la carie con l’apposita strumentazione e lo spazio creato all’interno del dente viene quindi riempito con il materiale scelto dal dentista.
Quanto tempo ci vuole per fare un’otturazione? In genere, se si tratta di una carie di piccole dimensioni, basta un’otturazione semplice con un intervento che può variare dai 20 ai 60 minuti di durata. Se invece la carie ha già intaccato il dente più in profondità, l’intervento può richiedere più tempo.
E’ doloroso eseguire un’otturazione? L’intervento viene praticato normalmente in anestesia locale e non è particolarmente doloroso.
A chi affidarsi per una corretta otturazione dei denti? Dal momento che il processo cariogeno può essere causa indiretta di patologie anche gravi e legate a diverse parti dell’organismo, è necessario scegliere con attenzione la struttura a cui rivolgersi. È quindi consigliabile selezionare strutture odontoiatriche che si distinguono per la presenza di specialisti qualificati, tecnici esperti, tecnologie all’avanguardia e soprattutto un approccio a 360 gradi allo stato di benessere del paziente. Gli studi odontoiatri Dental One sono esclusivamente dedicati alla cura della salute orale per pazienti di ogni età e uniscono l’altissimo livello di specializzazione alla collaborazione integrata con tutte le altre unità.
Che cos’è? Per igiene orale si intende la pulizia della cavità orale ed in senso più esteso tutte quelle manovre per ottenerla, siano esse a livello domiciliare che a livello professionale.
Quali tipologie esistono? Domiciliare e professionale
In cosa consiste l’igiene orale domiciliare? Come suggerisce il termine consta di tutte quelle manovre che andrebbero eseguite a livello domiciliare al fine di garantire un livello di igiene compatibile con la salute orale. Una buona igiene orale è garantita da un corretto spazzolamento con uno spazzolino da denti in senso gengi-dentale (da rosa a bianco) delle superfici dentali esterne ed interne, nonché della superficie occlusale.
In cosa consiste l’igiene orale professionale? Con questa definizione si comprendono tutte quelle manovre praticate dal professionista (medico dentista, odontoiatra, igienista dentale) al fine di eliminare tutti i residui accumulatisi nel tempo in seguito all’impossibilità delle manovre di igiene domiciliare di essere efficaci in modo assoluto.
Quanto tempo ci vuole per fare un ‘igiene orale professionale? La seduta di igiene orale professionale ha una durata di circa 30 minuti.
Quali sono le fasi della seduta di igiene orale professionale? Si articola in diverse fasi: 1) visita completa, serve a valutare le condizioni iniziali di igiene orale e la presenza di problematiche specifiche del paziente e 2) l’ablazione del tartaro che viene eseguita con l’utilizzo dell’ablatore. Questo strumento genera delle delicate vibrazioni ad alta frequenza che frammentano e rimuovono il tartaro localizzato negli spazi interdentali. Infine, la 3) rimozione delle macchie: dopo aver completamente rimosso il tartaro viene eseguito un trattamento Air-Flow che sfrutta un getto di aria, acqua e micro-particelle di bicarbonato di sodio per rimuovere le macchie presenti sulla superficie dei denti. Questo trattamento è particolarmente indicato per rimuovere in modo delicato ed efficace le pigmentazioni scure che si formano sullo smalto dei denti a causa del fumo o del caffè.
E’ dolorosa? Non è dolorosa e solo in casi eccezionali di sensibilità è necessario eseguire l’anestesia locale.
Quanto costa? Il trattamento completo ha un costo di 90€.
Cos’è? La parodontite, detta anche piorrea, è una malattia infiammatoria che colpisce i tessuti di supporto del dente come la gengiva, l’osso e il legamento parodontale. Si tratta del secondo e più grave stadio del disturbo gengivale. La parodontite è irreversibile e può portare alla perdita permanente dei denti. Richiede un trattamento odontoiatrico, medico o chirurgico.
Da cosa è provocata? La parodontite può svilupparsi quando la gengivite non viene trattata. È provocata dall’accumulo della placca batterica al di sopra e al di sotto del bordo gengivale (l’area in cui la gengiva incontra il dente). Ciò può portare l’osso e gli altri tessuti che sostengono i denti a subire danni irreversibili. Questi danni ai tessuti possono provocare la separazione delle gengive dai denti, creando piccoli spazi o “tasche”, in cui può svilupparsi più placca e possono svilupparsi infezioni. Man mano che la condizione peggiora, l’osso inizia a erodersi. Se non viene trattata, alla fine questa condizione provoca instabilità dei denti che o cadono da sé o devono essere tolti dal dentista.
Quali sono i sintomi? Tra i segni da tenere sotto controllo ci sono: alitosi, tracce di sangue quando ci si lava i denti, gengive gonfie, mobilità dentaria, ascessi, recessione gengivale, ipersensibilità dei denti.
Come avviene? Se la pulizia viene meno, ha inizio un processo infiammatorio che inizialmente coinvolge solo la gengiva (gengivite), caratterizzata da sanguinamento delle gengive e forte dolore e che, col tempo, si estende ai tessuti parodontali più profondi. Il tartaro così accumulato e la placca possono portare alla formazione di tasche parodontali. Queste possono crearsi attorno ad uno o pochi denti, oppure distribuirsi in modo omogeneo nella bocca.
Come prevenirla? Lavare i denti dopo aver mangiato rimuove placca e residui di cibo tra denti e gengive, utilizzare il filo almeno una volta al giorno rimuovendo le particelle di cibo e placca che lo spazzolino non può raggiungere, utilizzare un collutorio può aiutare a ridurre la placca e rimuovere le particelle di cibo che filo interdentale e spazzolino non raggiungono e controllare le proprie abitudini, la dieta, il fumo, ma anche l’età e la genetica, possono aumentare il rischio di andare incontro al disturbo parodontale. Se pensi di essere a rischio, parlane subito col dentista.
Se le tue gengive sono gonfie, doloranti e sanguinanti, rivolgiti subito a Dental One, non aspettare.